7 Aprile 2013

Rotatoria, commercianti sfiniti.

Rotatoria, commercianti sfiniti.

MONTEBELLO JONICO – Minacciano di bloccare la Statale 106 e di scendere in piazza per sollecitare l’ Anas a concluderei lavori della rotatoria di Saline. Sono i commercianti che vedono vendite scenderea terraconpunte fino ameno 80%. La nazionale lungo cui insistono le attività commerciali non è più transitata come primae chi giunge da Reggio oda Melito non ha accesso immediato in quell’ area. Il malcontento cresce a dismisura, tra gli esercenti, perché penalizzati a causa di quei lavori che vanno avanti a singhiozzo e soprattutto perché ieri è stata chiusa l’ improvvisata uscita secondaria, in terra battuta. Uno tra loro ha già deciso: “chiuderò la mi attivitàe chiederò il risarcimento a chi è responsabile dello scempio economico che da più di due mesi ha invaso la mia azienda”. Non sono chiacchiere ma fatti. Lo stesso ha già scrittoal Codacons edèpronto ad inviare una raccomandata al Prefetto di Reggio Calabria perché tuteli ogni lavoratore. “Lo Stato – ha affermato – so che non ci abbandoneràperché, proprio in questo momento è assurdo pensare che un esercizio avviato debba chiudere a causa di una rotatoria che bloccail flusso dei clienti”. Il 24 gennaio partivano i lavori e ad oggi non sono conclusi, né si sa quando finiranno. Nella lettera inviata al Codacons, si precisa che dopo la riunione del 14 febbraio tenu tasi a Saline, presso la delegazione municipale, tutto si è risolto in una bolla di sapone. Promesse e solo premesse. Si specificache”erapresente il sindaco Antonio Guarna, assessori, consiglieri, responsabile dell’ Ufficio tecnico, il comandante dei Vigili e molti operatori del settore commerciale di Saline. Da quel giorno i politici sono spariti di scena e siamo rimasti solo e soli noi: operatori del commercio”. Loro affermano di non aver visto nessunoattivarsiperrisolvereilproblemaeper questo sono sul piede di guerra: “Non abbiamo avuto nessuna comunicazione”. Ciò che avrebbero voluto è la solidarietàe la forte pressione perché quella rotatoria si apraalpiùpresto. “Con quattro operai si sarebbe concluso. Ci diano una delega e finiremo noi i lavori lavorando, magari, solo poche ore e non giorno e notte così come si fa normalmente nei paesi civili”. Irritati fino alla punta dei capelli non nascondono la rabbia nei riguardi di chi neppure li considera e non è difficile scorgere lacrime nel volto di chi, ormai avvilito e schiacciato, sa che forse dovràchiudere e ripartire da zero. Non è questaciviltàné rispettoverso chi ha dedicato anni dellapropriavitaper costruire sogni e progetti. Nessuno osi dire, poi, perché alcune attività si sono cancellate e perché la gente disperata non sa cosa fare. Oggi si è ancora in tempo per dare certezza a chi cerca non favori ma diritti. Giusto quelli sanciti nella Costituzione.
di vincenzo malacrino’

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