ROMA: L’OSPEDALE GEMELLI TRASCINA ENI, JOHNSON & JOHNSON E ALTRI IN UNA CAMPAGNA PER DIRE QUANTO E’ BRAVO A CURARE I MALATI, MA NON OFFRE UN EURO ALLE 150 FAMIGLIE CON BIMBI COLPITI DALLA TBC
ROMA: L’OSPEDALE GEMELLI TRASCINA ENI, JOHNSON & JOHNSON E ALTRI IN UNA CAMPAGNA PER DIRE QUANTO E’ BRAVO A CURARE I MALATI, MA NON OFFRE UN EURO ALLE 150 FAMIGLIE CON BIMBI COLPITI DALLA TBC
IL CODACONS CHIEDE DI RICORDARE DURANTE LA CAMPAGNA IL PEGGIOR SCANDALO DI MALASANITA’ DEGLI UTLIMI 20 ANNI IN ITALIA
Il Policlinico Gemelli ha lanciato di recente la campagna “Gemelli Insieme” – con il sostegno di ENI, Johnson & Johnson Medical Spa, Willis Italia Spa, Medtronic Italia Spa – percorso di prevenzione per un intero anno finalizzato ad informare su particolari malattie, iniziativa lanciata in occasione dei festeggiamenti per il cinquantesimo anno del Policlinico Gemelli. Si tratterà quindi, sostanzialmente, di un’attività di informazione al pubblico. Una campagna senza dubbio lodevole – afferma il Codacons – se non fosse che lo stesso Policlinico Gemelli, tanto impegnato a magnificare il proprio operato a tutela dei malati, abbia omesso fino ad ora di versare un solo euro in favore delle 150 famiglie coinvolte nello scandalo della tbc scoppiato nel 2011 presso il nosocomio romano.
Per tale motivo l’associazione ha inviato una lettera al Gemelli e ai partner della campagna informativa (ENI, Johnson & Johnson Medical Spa, Willis Italia Spa, Medtronic Italia Spa) in cui si legge:
“Vi vogliamo ricordare, qualora lo aveste effettivamente dimenticato, che il Gemelli è stato al centro del più grosso fatto di malasanità degli ultimi 20 anni: invero, per il tristemente noto episodio dell’infezione tubercolare rilevata nel reparto di neonatologia del nosocomio nell’agosto 2011, risultano indagate 7 persone tra i medici, infermieri e personale amministrativo del nosocomio per il reato di lesioni colpose e sono altresì risultati positivi al test al primo controllo dell’agosto e settembre 2011 un totale di 188 neonati e 56 medici e paramedici (i neonati venivano anche sottoposti a terapia preventiva dell’infezione latente quindi curati tramite l’assunzione di un farmaco antibiotico per sei mesi) mentre è stata confermata la malattia in atto per due persone (l’infermiera che lavorava nel policlinico ed una neonata). E la cosa più vergognosa è che tali famiglie tutte affidatesi alle associazioni CODACONS ed ARTCOLO32 non hanno ricevuto, ad oggi, nonostante le compagnie di assicurazione intervenute al riguardo, nemmeno un euro di risarcimento: tale rifiuto nel trattare la pratica sembra sia legato proprio alla volontà del Policlinico Gemelli di non infangare la propria immagine ammettendo, attraverso un risarcimento, le proprie responsabilità comunque chiare e incontroverse”.
Il Codacons ha quindi chiesto di modificare le informazioni rese al pubblico attraverso la campagna “Gemelli Insieme”. Si legge infatti nella lettera inviata dall’associazione:
“Così stando le cose Vi chiediamo di inserire in tutte le comunicazioni che farete, a scopo divulgativo ed informativo, anche i fatti inerenti la vicenda Tbc nonché di consentire al Codacons di partecipare alle stesse comunicazioni e campagne pubblicitarie circa le attività del Policlinico Gemelli che si auspica, pertanto, si svilupperanno in modo obiettivo ed inconfutabile sugli elementi e fatti accaduti nella incredibile vicenda purtroppo avvenuta nell’agosto 2011 nel reparto neonatale del nosocomio”.
-
Sezioni:
- Comunicati stampa
-
Aree Tematiche:
- SANITA'