ROCCARASO: RINVIO A GIUDIZIO PER IL PERITO DEL PM E DELLA SOCIETÀ D’AURORA.
ROCCARASO: RINVIO A GIUDIZIO PER IL PERITO DEL PM E DELLA SOCIETÀ D’AURORA. RIVELAZIONE DI SEGRETO D’UFFICIO IL REATO PER IL QUALE SARANNO GIUDICATI DINANZI AL TRIBUNALE DI SULMONA L’11 MAGGIO PROSSIMO
ECCO PERCHÉ IL POVERO SINDACO VALENTINI SI BATTEVA CONTRO IL PALAZZO ABUSIVO
UN’ALTRA FRANA SULL’INCHIESTA CHE PORTÒ ALLA MORTE IN CARCERE DI CAMILLO VALENTINI
Questa mattina il Gip del Tribunale di Sulmona, Massimo De Cesare, ha disposto il rinvio a giudizio di Antonio Mancini e della figlia Barbara, geologi abruzzesi, per rivelazione di segreto d’ufficio in relazione alla nota vicenda del palazzo abusivo ex Edilmonte al centro di Roccaraso, che portò all’arresto del sindaco Camillo Valentini e alla sua morte in carcere.
A sostenere l’accusa contro i due periti dinanzi al Gip l’avvocato Claudio Coratella in difesa del Codacons, che è stato ammesso come parte civile danneggiata dall’oscura vicenda che ha visto protagonisti i due geologi abruzzesi.
Come si ricorderà il Mancini Antonio era stato incaricato dalla Procura della Repubblica di verificare se il costone della montagna sotto il quale sorge il palazzo abusivo fosse effettivamente pericoloso per gli abitanti oppure no, e aveva concluso con un perizia falsa per la non pericolosità del terreno. Incredibilmente dopo qualche mese la società proprietaria del palazzo incaricò di una consulenza privata a proprio favore la figlia del Mancini, Barbara, anch’essa geologa, e costei ricopiò parola per parola compresa la punteggiatura l’atto del padre che era ancora coperto da segreto istruttorio. Per questo motivo i due sono stati rinviati a giudizio per concorso in rivelazione di segreto d’ufficio.
Il processo dovrà chiarire quale è stato l’interesse della società D’Aurora a nominare la figlia del Mancini, mentre fin d’ora appare evidente che quando il sindaco Valentini faceva effettuare le perizie di parte dai professori Floriano Villa e Lembo Fazio, perizie per le quali fu accusato anche in sede penale, lo faceva proprio per contrastare una banda di soggetti che mischiando funzione pubblica e privata tentava in tutti i modi di sostenere il falso e far passare come privo di pericoli il luogo in cui sorge il palazzo abusivo.
“Anche questa vicenda, come il rinvio a giudizio di pochi giorni fa per calunnia ai danni dello stesso Valentini del suo accusatore Patierno, le cui accuse furono recepite dalla Sco dell’Aquila con estrema leggerezza – ha dichiarato il Presidente Codacons, Carlo Rienzi, presente oggi in udienza come parte civile – dimostra quanto ingiusto sia stato l’arresto di uno dei pochi personaggi abruzzesi che ha dato lustro e risorse alla comunità e che è finito vittima di una macchinazione orrenda ai suoi danni”.
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