14 Luglio 2007

Roccaraso, rienzi non sarà parte civile

Il tribunale non lo ritiene danneggiato nella vicenda delle perizie Il presidente Codacons resta imputato in altro procedimento

SULMONA. Il presidente del Codacons, Carlo Rienzi è tornato di nuovo in tribunale. Ma questa volta come parte civile nel processo che vede imputati i geologi Antonio Mancini e sua figlia Barbara, in relazione a una perizia che era stata redatta nel corso dell’inchiesta su uno dei filoni della maxi inchiesta Roccaraso, in particolare quella legata alla palazzina ex Edilmonte. Nel corso dell’udienza, Rienzi, ha chiesto di potersi costituire parte civile, lui personalmente oltre all’associazione che presiede. Ma il tribunale, presieduto dal giudice Antonio Gagliardi, a latere Roberto Amatore e Anna Maria Serafini, ha rigettato la richiesta, ritenendo che l’eventuale reato compiuto dai due geologi non coinvolga il Rienzi né come persona offesa né come terzo danneggiato, accettando invece la costituzione del Codacons. L’udienza è stata quindi aggiornata al 3 ottobre, quando saranno ascoltati i testimoni citati a sostegno dell’accusa e quelli della difesa. Quindi si procederà alla discussione. Il presidente del Codacons esce quindi di scena, almeno da questo processo ma tornerà ancora a Sulmona, questa volta in qualità di imputato, dopo che la Corte di Cassazione ha rigettato la sua richiesta di ricusazione nei confronti del giudice Massimo De Cesare. Rienzi è infatti coinvolto in uno dei filoni scaturiti dall’inchiesta sugli appalti sospetti di Roccaraso, culminata con il suicidio in carcere dell’ex sindaco, Camillo Valentini, subito dopo l’arresto. In mattinata aveva cercato di non farsi fotografare mentre discuteva con il suo avvocato e con un imprenditore di Roccaraso davanti al tribunale. Avendo da ridire su come alcuni giornalisti locali avevano trattato la vicenda di Roccaraso e che avrebbe voluto controllare anche i loro conti in banca.

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