Roccaraso, l?inchiesta ora è doppia
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fonte:
- Il Centro
Appalti, la procura ha chiesto sei mesi di proroga Il vice sindaco interrogato dai legali dei Valentini
Tironese non risponde. Gli indagati sono 29 Ci sono anche Rienzi e l?avvocato Lioi
SULMONA. Si allungano i tempi dell?inchiesta sugli appalti sospetti di Roccaraso. Il sostituto procuratore Romolo Como ha chiesto al gip del tribunale di Sulmona una proroga di sei mesi per svolgere ulteriori indagini. Una richiesta dettata dalla complessità dell?inchiesta nella quale risultano al momento indagate 29 persone. Di pari passo con l?accusa si stanno muovendo anche i difensori degli indagati. Nello studio dell?avvocato Giovanni Margiotta, alcuni legali tra i quali lo stesso avvocato peligno e Bruno Leuzzi del foro di Roma, hanno proceduto ad alcuni interrogatori della difesa. Sono state messe a verbale le testimonianze di due indagati il vicesindaco di Roccaraso, Giuseppe Di Virgilio e l?imprenditore Ruggero Liberatore.
Ascoltato anche l?avvocato Walter Putaturo, in qualità di persona informata dei fatti. «Abbiamo raccolto queste testimonianze che consegneremo al sostituto procuratore come memoria difensiva», spiega Giovanni Margiotta, «ce lo consente la legge e seguiremo questa linea proprio per fare la massima chiarezza sulla vicenda». Secondo l?avvocato l?accusa avrebbe ?sparato nel mucchio? mettendo sotto inchiesta anche persone che avrebbero una posizione del tutto marginale. «Si tratta di stimati professionisti sui quali gravano ombre e sospetti del tutto ingiustificati», prosegue Margiotta, «per questo chiederemo al magistrato inquirente di definire al più presto la posizione di queste persone». All?incontro nello studio sulmonese era presente anche il presidente del Codacons, Carlo Rienzi che risulta «indagato come l?avvocato Lioi per corruzione in atti giudiziari», come conferma lo stesso avvocato Margiotta. Era stato lo stesso organismo presieduto da Rienzi ad annunciare con un comunicato la scelta di portare avanti un?inchiesta parallela alla procura di Sulmona.
Nella convocazione prevista dall?art. 327 bis e 391 bis del codice di procedura penale gli avvocati Leuzzi e Margiota avevano inserito anche i nomi di due dei principali testi d?accusa contro l?ex sindaco di Roccaraso Camillo Valentini: l?amministratore della società proprietaria della palazzina Edilmonte, Federico Tironese e l?avvocato aquilano, Stefano Rossi. Accettare di sottoporsi all?interrogatorio era facoltativo così Rossi e Tironese sono rimasti a casa. «Avevo altri impegni, concordati precedentemente», è stato il laconico commento dell?avvocato Rossi. Nel frattempo va avanti l?iniziativa del Codacons che si è rivolto al tribunale amministrativo regionale per l?annullamento delle concessionirilasciate in sanatoria dal vice sindaco di Roccaraso alla vigilia dell?arresto del sindaco Valentini, per l?ultimazione della palazzina Edilmonte. «Quella Palazzina è illegale e deve essere abbattuta», continua a sostenere Rienzi.
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