20 Febbraio 2007

ROCCARASO: I MAGISTRATI CHE ARRESTARONO VALENTINI SUICIDA IN CARCERE FORSE NON LO FECERO CON DOLO MA SOLO PER “ERRORI” UMANI…

ROCCARASO: I MAGISTRATI CHE ARRESTARONO VALENTINI SUICIDA IN CARCERE FORSE NON LO FECERO CON DOLO MA SOLO PER "ERRORI" UMANI… MA INTANTO UN INNOCENTE E’ MORTO INGIUSTAMENTE

E IL MINISTRO MASTELLA ANNUNCIA UNA ISPEZIONE A SULMONA

IL CODACONS CHIEDE AL CSM LA RIAPERTURA DELL’INDAGINE DISCIPLINARE A CARICO DEL MAGISTRATO LEACCHE
 

D’

 

 

Clamorose risultanze del provvedimento del Pm di Campobasso anche nella parte che finisce per chiedere l’archiviazione dei pm indagati egli scrive:

 

"…la Leacche e il D’Orazio hanno compiuto per quanto attiene ai fatti dedotti una valutazione discrezionale non valutabile in termini di delitto ex art. 323 c.p. …le motivazioni non si appalesano né abnormi, né giuridicamente anomali ossia non sono rivelatrici di intendimenti delittuosi volti a violare scientemente norme giuridiche o a travisare in mala fede risultanze processuali… ipotetici errori qualora fossero sussistenti non sarebbero criminalizzabili a titolo di dolo, elemento necessario per ravvisare il delitto di cui all’art. 323 c.p. … se il PM Leacche e il Gip D’Orazio avessero avuto doti di preveggenza immaginando il futuro tragico suicidio del Valentini in carcere ben diverso sarebbe stato il loro agire…".

Mentre il Ministro Mastella studia gli atti, circa 200 documenti piovuti sulla sua scrivania sulla sconcertante vicenda di Roccaraso, si profilano nuove azioni.
I familiari di Valentini ora possono chiedere i danni e anche ingenti, per la morte del loro congiunto sia alla Leacche che all’ispettore Mancini e al Ministro della giustizia responsabile per i comportamenti dei magistrati.
Inoltre il Codacons ha chiesto al Csm con un esposto inoltrato ieri di riaprire l’indagine disciplinare sulla Leacche che fu archiviata sulla base di dichiarazioni da lei rese dagli Usa nell’agosto 2004 risultate non vere. Mentre il PM sostenne di aver convocato per ben due volte il Valentini per essere interrogato, i documenti di convocazione non si trovano nel fascicolo e l’avv. Lioi, difensore all’epoca del Valentini, ha rilasciato una dichiarazione scritta da cui risulta che ciò è falso.
Se si accertasse che quanto dichiarato dal Magistrato al Csm – e l’esposto è stato inviato anche al PG della Cassazione che è competente ad avviare i procedimenti disciplinari – non era vero, scatterebbe anche l’obbligo di rapporto alla Procura di Campobasso da parte dell’organo di autogoverno della magistratura contro la Leacche per false attestazioni al Csm stesso.
Il 21 marzo prossimo intanto la sesta sezione della Corte di Cassazione deciderà sull’istanza di legittimo sospetto con cui Rienzi ha chiesto il trasferimento ad altra sede del processo di Sulmona.

 

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