18 Febbraio 2009

Roberto Benigni e Katy Perry, gli ospiti della prima sera

Roberto Benigni e Katy Perry, gli ospiti della prima sera
 

 

Che Sanremo non sia mai stato il Paradiso, per Roberto Benigni, è cosa nota. A partire da quel Festival del 1980 di cui fu eccentrico conduttore. Toto Cutugno vinceva con la sua Solo noi ma tutta l’Italia, nel frattempo, parlava di quel folletto in camicia bianca e papillon nero che in diretta TV, ironizzando sull’“amore libero”, osò chiamare “Woytilaccione” papa Giovanni Paolo II. E che al termine del suo sketch baciò appassionatamente l’altra conduttrice, la statuaria attrice Olimpia Carlisi, per quasi un minuto davanti a una platea dell’Ariston divertita e incredula. Il Vaticano non sorrise affatto. E non si lasciò sfuggire l’occasione, molti anni dopo, di “delegittimare” il Sanremo 2002 di Baudo che proprio sull’ospite Benigni aveva puntato per rianimare gli ascolti. “Un Festival da osteria”. Così lo definì l’Osservatore romano in seguito all’ennesima esuberanza del comico toscano: la strizzatina ai genitali di Baudo e la successiva battuta “I capelli sono veri, è il pisello che è finto!”. L’ironia di Benigni all’epoca intimorì anche i politici. Soprattutto quelli di centrodestra, spaventati da un monologo “di parte” – quella sinistra – e da una satira pungente ai danni del primo ministro Berlusconi. Il direttore de Il Foglio, Giuliano Ferrara, minacciò di tirare al comico uova marce e fiori freschi. Alla fine sul palco dell’Ariston, e poi in sala stampa, arrivarono solo fiori e applausi. Per le solite battute intelligenti – “Non ho mai avuto paura che Ferrara mi tirasse le uova, ero sicuro che le avrebbe mangiate tutte prima di arrivare a Sanremo” – e per i versi scritti insieme a Vincenzo Cerami di Quanto ti ho amato, un brano in cui Benigni parla ancora d’amore – questa volta romantico – sulle note scritte dal maestro Nicola Piovani: “Quanto t’ho amato e quanto t’amo non lo sai/ Non l’ho mai detto ma un giorno capirai/ Nell’amore le parole non contano conta la musica”. Come cantante Benigni aveva già “esordito” al Festival nel 1983, quando fuori concorso intonò Vieni via con me di Paolo Conte. Un brano che, affermò poi il comico, “da il senso di qualcosa che deve scoppiare, che deve accadere. È questo che fa un grandissimo autore: non dirti niente e farti sentire tutto”. Ecco, anche quest’anno Benigni non ha fatto ancora nulla – a Sanremo -e però ha già scatenato di tutto. Il Codacons che vuole sequestrare il suo contratto e quello di Bonolis. Il Cda della RAI che discute sulle sue richieste riguardanti i diritti televisivi. Le organizzazioni giovanili come la FGCI (federazione Giovanile Comunisti Italiani) che chiedono al comico di “lanciare dal palco dell’Ariston un messaggio contro l’omofobia”. Sarebbe il massimo, a questo punto, ascoltare Benigni in un duetto improvvisato con Tricarico: “Io… voglio una vita tranquilla…”.

Previous Next
Close
Test Caption
Test Description goes like this