15 Dicembre 2009

Ritardi, aumenti, proteste

 Ritardi, aumenti, proteste: l’alta velocità che avrebbe dovuto avvicinare l’Italia, è riuscita invece a compattarla, sul fronte delle contestazioni. Le Ferrovie non se la prendono, da giorni dicono che «l’avvento dei nuovi orari provoca spesso malcontento, ma poi i viaggiatori capiscono che tutto viene fatto in loro favore e si adeguano». Anche sul fronte degli aumenti, il refrain della società che gestisce il trasporto ferroviario è lo stesso da giorni: «A parità di servizi, Trenitalia ha le tariffe più basse d’Europa». Dopo un esordio soft di domenica, il primo, vero, impatto dell’alta velocità sulla vita dei viaggiatori, s’è fatto sentire ieri in maniera violenta. Ritardi in partenza da Napoli e anche in arrivo, treni stracolmi, viaggiatori inferociti per la gestione dei rimborsi. Il primo assaggio del caos alta velocità, l’hanno avuto i pendolari del treno veloce del mattino per Roma: «Ci sono meno collegamenti, bisogna adeguarsi e prendere quel che c’è», dicevano ieri prima di imbarcarsi sul convoglio delle 7,50. E proprio su quel treno c’è stata grande protesta. Vagoni stracolmi e viaggio in piedi per molti passeggeri sia in prima che in seconda classe: «In prima ho visto che c’erano poche persone senza posto – ha detto Giovanni, chiedendo di non vedere citato il suo cognome – invece in seconda eravamo tantissimi, non ho guardato in tutti i vagoni ma, secondo me, c’erano almeno cinquanta persone in piedi». Il problema è legato agli abbonamenti. Abitualmente gli abbonati non prenotano, e cercano posto direttamente sul treno. Ieri, invece, c’è stata ressa e molti abbonati sono rimasti in piedi: «Gli abbonati possono anche effettuare prenotazioni per evitare questi disguidi», spiega sempre Trenitalia. Ma proprio il treno delle 7,50 del mattino, quello sul quale c’erano tantissimi viaggiatori in piedi, è stato al centro di ulteriori polemiche anche per il ritardo accumulato: è arrivato alla stazione Termini con quasi venti minuti di ritardo. Fallito clamorosamente l’obiettivo dei 70 minuti massimi di viaggio, che è il fiore all’occhiello della proposta dell’alta velocità tra Napoli e Roma. Proprio il viaggio inaugurale di quella tratta, con a bordo il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, invece centrò pienamente l’obiettivo ed impiegò i settanta minuti promessi. I ritardi dei treni ad alta velocità sono stati il leit motiv dei giorni d’esordio. Il sito del nostro giornale (www.ilmattino.it), ha raccolto lo sfogo di molti viaggiatori che già domenica avevano affrontato il viaggio con aumento dei costi e mancato rispetto dei tempi. La signora Roberta ha scritto con rabbia che il treno della sera, quello in partenza da Roma Termini alle 20, è partito con un quarto d’ora di ritardo e, durante il viaggio ha accumulato altri dieci minuti: «In tutto venticinque minuti di ritardo per il treno ad alta velocità nel giorno di esordio del servizio e a un costo superiore di ben sei euro rispetto al giorno precedente». Alle proteste di Roberta se ne sono aggiunte tante altre, a cominciare da quella di Carmine «18 minuti di ritardo sul Milano-Napoli e un biglietto aumentato di 13 euro» e di Gennaro «15 minuti di ritardo sul Bologna-Napoli che mi è costato 79 euro».  Sui ritardi e sui rimborsi c’è una proposta del Codacons. Il presidente Carlo Rienzi chiede che il rimborso venga concesso per ogni minuto di ritardo e non allo scattare della mezz’ora: «Se sulla tratta Roma-napoli si impiegano 70 minuti, non è giusto far scattare il rimborso alla mezz’ora, come per il Roma-Milano che prevede quasi tre ore di viaggio».

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