23 Agosto 2009

Risvolti del dramma sul piano diplomatico e giudiziario

Recuperato un cadavere a sud di Linosa Tensione con le autorita’ di Malta

La Guardia costiera di Lampedusa ha recuperato a Sud dell’isola di Linosa il primo corpo senza vita che potrebbe appartenere all’elenco «fantasma» della tragica traversata nel cuore del Mediterraneo. Potrebbe essere stato spinto dalle correnti più a Nord rispetto agli 8 cadaveri individuati in questi giorni dalla Difesa aerea maltese. E intanto si viene a sapere, in una conferenza stampa ufficiale a Malta, che nei giorni precedenti la tardiva segnalazione (trasmessa via fax giovedì 20) sui 5 naufraghi poi soccorsi e portati a terra, le Forze armate dell’isola-Stato avevano già ricevuto non meglio precisate «richieste di informazioni circa un gommone con un’ottantina di eritrei a bordo». «È chiaro che loro non hanno gli strumenti, come numero di navi e di equipaggi, per controllare una zona così estesa: noi siamo disponibili ad ampliare la nostra area di competenza», commenta in un’intervista il ministro degli Esteri, Franco Frattini. Ma da Malta è venuto un altro rifiuto. «Il governo maltese è a disposizione della magistratura italiana per fornire tutti i chiarimenti necessari», hanno detto incontrando i giornalisti a La Valletta il vicepremier Tonio Borg, che è anche ministro degli Esteri, e il suo collega degli Interni Carmelo Mifsud Bonnici. All’incontro è intervenuto anche il Capo di Stato Maggiore dell’Esercito, Carmelo Vassallo. I rappresentanti del governo maltese hanno ribadito la versione fornita venerdì dal portavoce delle Forze armate, circa le buone condizioni di salute dei 5 eritrei, nel momento in cui intervenne (mercoledì sera) una motovedetta maltese; e il contatto sarebbe avvenuto, hanno sottolineato le autorità de La Valletta, «in acque libiche». Proprio dalla Libia, secondo il racconto concorde del gruppetto di naufraghi, sarebbe partita il 28 luglio l’imbarcazione-madre con 78 profughi eritrei. Gli immigrati, dopo essere stati assistiti («con crackers, acqua e giubbotti di salvataggio») dai militari maltesi, avrebbero chiesto di proseguire verso Lampedusa.  La Procura di Agrigento (destinataria anche di un esposto del Codacons) attende il rapporto della Polizia giudiziaria con gli interrogatori dei 5 eritrei messi in salvo, e ha formalizzato le ipotesi di reato per cui si procede: favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e omicidio colposo plurimo. Il fascicolo, al momento, è aperto «a carico di ignoti». Ma se venisse confermato il racconto dei 5 superstiti, quindi anche la sostanziale omissione di soccorso della motovedetta maltese, lo scenario potrebbe cambiare. Soprattutto per le implicazioni internazionali. Secondo il ministro Frattini, l’Italia «non è responsabile» della tragedia perché da sempre «salva vite in mare» e le forze di polizia, la guardia costiera e la marina italiana sono da elogiare per la loro attività. Il titolare della Farnesina in serata ha cercato di far capire come un tema della portata dei flussi di clandestini dal Sud del mondo vada ben al di là delle capacità non solo della piccola Malta ma anche dell’Italia. E come in questo frangente l’Europa stia dimostrando egoismo piuttosto che solidarietà. «Non si può immaginare che Malta o l’Italia prendano in carico tutti gli immigrati che arrivano: per questo abbiamo chiesto una redistribuzione in tutti i Paesi europei» di questi immigrati che sbarcano soprattutto da noi «che siamo la porta dell’Europa», ha spiegato il ministro quasi a voler chiudere la polemica con il governo maltese. Ma «sapete cosa ci ha risposto l’Europa? Che non se ne parla perchè una redistribuzione a 27 non è possibile», ha rivelato con amarezza il titolare della Farnesina. «Credo che non sia questa ha concluso Frattini una logica di solidarietà europea».

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