27 Novembre 2014

Rispunta il tetto alle pensioni d’ oro

Rispunta il tetto alle pensioni d’ oro

Il rebus delle pensioni d’ oro è stato risolto anche se fino all’ ultimo si è cercato di salvare questa categoria di privilegiati. Il ministero dell’ Economia aveva infatti presentato un emendamento generico alla legge di Stabilità che avrebbe salvato dal tetto le pensioni d’ oro già in godimento. Tutto ha origine dalla “falla” che si è aperta nella legge Fornero. Ovvero nella scomparsa misteriosa di una norma che impediva il cumulo a chi è passato dal sistema contributivo a quello retributivo e quindi a una pensione più alta. La “falla” della legge Fornero riguarda 160.000 persone con un costo per lo Stato stimato dal Codacons in 2,6 miliardi in 10 anni. Il governo ha quindi tentato di correre ai ripari. Ma l’ emendamento del Tesoro era generico sui tempi di attuazione lasciando intendere che sarebbero rimaste fuori le pensioni d’ oro in godimento, ovvero quelle dei gran commis pubblici come i consiglieri di Stato e della Corte dei Conti. Scoperto l’ inganno, in tardo pomeriggio, il relatore Mauro Guerra (Pd) ha presentato un subemendamento nel quale si precisa che il tetto si applica anche ai trattamenti già liquidati con l’ entrata in vigore della legge. Il testo prevede che “in ogni caso l’ importo complessivo del trattamento pensionistico non può eccedere quello che sarebbe stato liquidato con l’ applicazione delle regole di calcolo vigenti prima dell’ entrata in vigore” della riforma Fornero. Questo perchè alcune categorie, tra cui i gran commis di Stato, si erano trovate con una pensione superiore rispetto a quanto percepito con il modello retributivo. I risparmi affluiscono ad apposito fondo istituito presso l’ Inps, finalizzato a garantire l’ adeguatezza delle prestazioni pensionistiche in favore di particolare categorie individuate con Dpcm. La legge di Stabilità contiene anche altre novità per il sistema previdenziale. Un altro emendamento elimina le penalizzazioni previste per chi va in pensione prima di 62 anni avendo comunque maturato i requisiti richiesti, al via da gennaio 2015 e si applica a coloro che maturano il previsto requisito di anzianità contributiva entro il 31 dicembre 2017. L’ onere previsto per il 2016 è di 15 milioni. Anche se i lavori in commissione Bilancio stanno proseguendo con celerità, il governo ha comunque annunciato che chiederà la fiducia. È probabile che arrivi già venerdì. Più incerta la data del voto finale sul testo: dipenderà da quanto tempo prenderà l’ esame degli ordini del giorno presentati dai gruppi. Oltre alle pensioni sono state introdotte altre modifiche al testo originario. I tagli ai Patronati vengono ridotti del 50% e passano da 150 a 75 milioni. I patronati però subiscono una riforma che li sottopone a una normativa più stringente che punta a ridurne il numero sulla base di criteri legati all’ entità della popolazione, sedi all’ estero e fatturato. Possono costituire e gestire patronati le associazioni sindacali che abbiamo sedi proprie in un numero di province riconosciute la cui somma della popolazione sia pari ad almeno il 60% della popolazione italiana, così come accertata nell’ ultimo censimento nazionale ed abbiamo sedi proprie in almeno otto paesi stranieri. In più i patronati devono aver effettuato per due anni consecutivi attività rilevanti in una quota percentuale superiore al 2,5% del totale e dimostrare di svolgere attività oltre che a livello nazionale anche in almeno otto paesi stranieri. Tra le altre modifiche, si registra l’ ok all’ emendamento che assegna le frequenze del digitale alle tv locali (se non aggiudicate a operatori nazionali) e vincola il credito d’ imposta per la digitalizzazione degli alberghi alla gratuità delle connessioni wifi. Ancora, arrivano 7,7 milioni di euro per distribuire pasti ai più poveri e 100 milioni per il rilancio degli asili nido. Ok anche ai benefici previdenziali per i lavoratori che sono stati esposti all’ amianto. Arrivano anche 45 milioni per 45 mila famiglie numerose (con 4 o più figli) e in povertà. Ognuna riceverà 1.000 euro. Cambia il Bonus bebè: l’ assegno solo per le famiglie con un Isee non superiore a 25mila euro, che raddoppia sotto quota 7000. Rifinanziato il fondo per la Sla e 5 milioni nel 2015 per la lotta anti-ebola. Entro la fine dell’ anno prossimo, un emendamento M5S impone al ministero della Salute di emanare decreti per stabilire le modalità per la produzione e la distribuzione dei farmaci in forma monodose. Stop al limite di età per i titolari delle farmacie. Lo prevede un emendamento presentato da Ncd, che cancella la norma del dl Competitività del governo Monti in base alla quale i titolari delle farmacie, andando in pensione, ne perdevano di fatto la titolarità. Le deduzioni Irap per i neo assunti vengono estese anche ai lavoratori agricoli e sono previsti mutui agevolati per i giovani agricoltori. Agevolazioni fiscali per i politici che finanziano i loro partiti.
laura della pasqua

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