12 Febbraio 2014

Ripetitore a Pozza: il Tar boccia il Comune

Ripetitore a Pozza: il Tar boccia il Comune

di Gabriele Farina MARANELLO Ripetitore a Pozza, il Tar “boccia” il Comune e potrebbe non essere l’ ultima tappa. Il Tribunale amministrativo regionale dell’ Emilia Romagna ha accolto il ricorso presentato da Vodafone contro il Comune di Maranello. Il municipio, condannato a pagare duemilacinquecento euro, sarebbe intenzionato a proseguire la battaglia. «Stiamo valutando l’ ipotesi del ricorso al Consiglio di Stato», ha affermato ieri il sindaco, Lucia Bursi, a margine di un incontro di Giunta. Nei prossimi giorni ci saranno nuovi incontri sul tema tra cittadini e associazioni per evitare che il ripetitore sia installato nell’ area scelta. In sostanza, il Tar ha ribadito che il Regolamento edilizio comunale «sottrae ingiustificatamente ampie zone del territorio comunale all’ installazione di impianti di reti di comunicazione elettronica», come sostenuto lo scorso aprile. La sentenza indica come «illegittimo» l’ articolo 57 del Rue, poiché introduce «surrettiziamente non consentite limitazioni all’ installazione di impianti che, viceversa, deve ritenersi astrattamente consentita in tutte le zone del territorio comunale, indipendentemente dalla loro destinazione, fermo restando il rispetto dei limiti individuati dalla normativa settoriale regionale e statale». Una norma che, secondo il Tar, non può essere giustificata con l’ intenzione di ridurre le radiazioni. «La prescrizione del Comune di Maranello», si legge ancora nel testo, non può «dirsi ispirata alla finalità di minimizzare l’ esposizione della cittadinanza ai campi elettromagnetici emessi dalle stazioni radio base, in quanto essa nega in radice l’ autorizzazione all’ installazione dell’ impianto per il solo fatto della sua localizzazione in aree diverse da quelle previste dal Regolamento urbanistico edilizio». «Se il Comune avesse avuto ragione – ha detto Luca Barbolini, capogruppo della Lista Civica per Maranello – la situazione si sarebbe risolta. Riteniamo che le antenne servano, ma devono rispettare la distanza di cinquecento metri dalle abitazioni: così il campo decade. Ci attiveremo con il Codacons, come già fatto lo scorso anno, per promuovere incontri con i cittadini e trovare una soluzione con il gestore». Dopo l’ incontro dei mesi scorsi, in cui è stata proposta l’ istituzione di una centralina per controllare le emissioni, l’ azienda aveva rassicurato sul fatto che «la progettazione delle antenne viene realizzata nel pieno rispetto della legge italiana, notoriamente molto più cautelativa rispetto a quella in vigore nell’ Unione Europea e che il monitoraggio delle emissioni viene realizzato quotidianamente dall’ Arpa». «I cittadini possono portare avanti iniziative – ha aggiunto Fabio Galli, responsabile del Codacons Modena – non sarebbe male una sinergia con il Comune, i cittadini e le associazioni. E se ci sarà un incontro sul problema , il Codacons ci sarà assolutamente».

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