Ripartenza dopo il caos Agenda di nuovo piena
- fonte:
- La Provincia
Dopo il caos prenotazioni e le polemiche del fine settimana, ieri mattina è tornata regolare la situazione al polo vaccinale in Fiera, dove all’apertura delle porte del Padiglione 1 alle 8,30 erano 800 gli appuntamenti in agenda per la giornata. E a fine giornata il bilancio è ancora una volta oltre le attese: 960 le vaccinazioni effettuate a Cremona che si aggiungono alle 301 dell’hub di Casalmaggiore. Le persone questa volta sono state regolarmente avvisate dal sistema regionale di prenotazione e sono arrivate a CremonaFiere con l’hub già gremito fin dal mattino, con un flusso di ingressi regolare, senza picchi e assembramenti. Ieri sono stati attivi 11 box su 12 per le anamnesi condotte dai medici, fra i quali molti volontari. Questa è la fase un po’ più lenta dell’intera procedura. questo proposito l’Asst ricorda che per ridurre drasticamente il tempo di permanenza è preferibile pre- compilare i seguenti moduli: anamnesi; nota informativa relativa al vaccino; consenso al vaccino; consenso alla comunicazione dei dati personali (privacy). moduli sono scaricabili dal sito dell’Asst Asst di Cremona. Alle 9.30 erano già state vaccinate 105 persone, contro le 133 dosi somministrate a mezzogiorno di domenica, il secondo giorno in cui il sistema regionale di prenotazione ha lasciato Cremona con solo 58 appuntamenti. Ieri dunque non è scattata la mobilitazione dell’Asst che nel weekend ha messo gli operatori e le operatrici del Cup al telefono per chiamare a casa le persone in attesa di convocazione e invitarle in Fiera. l’Asst ribadisce che «alle sedi vaccinali si accede solo con l’appuntamento che arriva via sms o attraverso una chiamata telefonica. Vi invitiamo per cortesia — è l’appello non presentarvi spontaneamente. Gli utenti senza appuntamento non potranno essere vaccinati. Attualmente le categorie aventi diritto al vaccino sono: over 80, sanitari extra ospedalieri, insegnanti e forze dell’ordine Il Codacons intanto ha presentato una serie di denunce sul «caos delle vaccinazioni», ipotizzando l’interruzione di pubblico servizio.
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