Rincari fuori controllo per gas, elettricità e acqua
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fonte:
- la Repubblica
ROMA – Preparatevi al colpo: la batosta-petrolio non è finita. Sul collo
dei consumatori sta arrivando un tornado di aumenti, un vento che spingerà
al rialzo tutte le bollette, da quelle energetiche a quelle pagate per la
raccolta dei rifiuti.
La conferma ad una tendenza già sospettata arriva
dalle stime che il Tesoro ha inserito fra i documenti a corredo della
Finanziaria. A fine anno – ha annunciato il ministero – il rincaro della
tariffa elettriche raggiungerà quota 8,1 per cento, quello del gas
sfiorerà l’11, l’acqua il 3,7 per cento, i medicinali controllati il 2,8.
Un tornado al quale sarà impossibile sottrarsi; molti rincari tra l’altro
sono superiori al tetto previsto per l’inflazione (ferma nei programmi del
governo al 2,3 per cento).
Il petrolio, certo, in questa corsa al
rialzo ha fatto la parte del leone: depurato del caro-greggio, le bollette
di luce e gas datate 2000 risultano in aumento del 4,5 e del 3,9 per cento
ma, spiega il Tesoro, tali rincari sono comunque effetto del trascinamento
“da barile” già avviato nel ’99. Senza tener conto dei prezzi del
petrolio, spiega il governo, nel periodo 1996-2000 i prezzi controllati si
sarebbero mantenuti al di sotto del tasso d’inflazione, anzi sarebbero
addirittura calati. Le super bollette, spiega la relazione, sarebbero
dunque generate non da cause interne, ma da un fenomeno difficilmente
controllabile come quello del caro-greggio.
Ciò detto per i
consumatori poco cambia. Andando a zig-zag fra i prezzi controllati non
sembra vi sia via d’uscita: al di là delle bollette energetiche, infatti,
le stime segnalano rincari su tutti i fronti. La tassa sui rifiuti solidi
urbani, per esempio, aumenterà del 5,1 per cento, le ferrovie si
fermeranno al 2. I trasporti marittimi saliranno del 3,9 per cento, quelli
urbani del 2,4. Ma rialzi arrivano anche dal canone Rai (2,6 per cento),
dall’istruzione secondaria e dai pedaggi autostradali.
Un quadro che
non piace affatto nè ai consumatori nè alle piccole aziende. Secondo i
calcoli dell’ Adusbef dal settembre 1999 allo stesso mese 2000 le famiglie
italiane hanno perso – fra caro petrolio-euro debole-superdollaro – due
milioni di lire di potere d’acquisto. “Stando alle cifre ufficiali del
Tesoro, che almeno per quanto riguarda i medicinali sono sottostimate, fra
luce, gas e farmacia la famiglia italiana media spenderà 166.500 lire
all’anno in più per un totale di 3500 miliardi – spiega Elio Lannutti
leader dell’ associazione consumatori – Ciò vuol dire che con il famoso
bonus il governo restituisce solo una parte di quanto i consumatori
avevano perso fra aumenti vari. Amato ha fatto uno sforzo, certo, ma non
ci siamo”.
La stessa aria tira fra le piccole imprese. “Questi recenti
aumenti vanno ad inserirsi in un quadro già di per sè negativo – dice
Ivano Spalanzani, presidente della Confartigianato – per via della
politica fiscale le piccole aziende pagano per l’energia elettrica un buon
30 per cento in più rispetto alle concorrenti europee. In più il caro
petrolio sta producendo effetti che si manifesteranno solo fra qualche
mese, quando le materie prime oggi acquistate si riverseranno sul mercato
come prodotti finiti. In questi giorni le aziende riforniscono i magazzini
e pagano dal 6 al 12 per cento in più rispetto all’anno scorso. E chiaro
che questi rincari si riverseranno sui prodotti finali, aggravando la già
difficile situazione delle famiglie”
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