28 Dicembre 2010

Rimborsi per l’ arsenico nell’ acqua

Rimborsi per l’ arsenico nell’ acqua Il Codacons ha avviato una class action contro Stato e Regione L’associazione ha chiesto 600 milioni di euro di danni Metà dei casi in tutta Italia riguardano comuni viterbesi.

La class (action) non è acqua. Ma se questa è avvelenata cambia tutto. La chiameranno infatti pure potabile, ma ciò che esce dai rubinetti di tutta la Tuscia è ricco di arsenico. E così il Codacons ha avviato un’ azione giudiziaria collettiva contro Stato e Regione Lazio per risarcire i cittadini. Un milione di italiani e 128 Comuni coinvolti. Il Viterbese? E’ il vero caput mundi con tutti e 60. Dove sono i magnifici 128: 16 in Toscana, 10 in Trentino, 8 in Lombardia, 3 in Umbria e ben 91 nel Lazio. Di questi Roma ne ha appena 22, Latina invece 9. La morale? Il 50 per cento del problema dell’ intera nazione – con il poco invidiabile record di 60 – è nostro. E su quel milione di cittadini avvelenati, secondo la tabella europea, contribuiamo con la bellezza di 313.523. La class action insomma è made in Tuscia. Vale 600 milioni di euro, ovvero 600 euro a testa, e possono aderire anche le amministrazioni locali. Così la presenta l’ associazione dei consumatori. «Rubinetti all’ arsenico in 128 comuni italiani: la Commissione europea ha imposto all’ Italia di purificare l’ acqua che arriva nei vostri rubinetti. Tutti i residenti nei Comuni avvelenati possono finalmente ottenere il riconoscimento dei danni subiti. Ma è necessario agire subito». Il problema nasce da lontano. «L’ acqua uscita per anni dai rubinetti – spiegano dal Codacons – contiene arsenico oltre la soglia di 10 microgrammi per litro, nonostante la legge preveda limiti di 5-6 volte inferiori. Il rischio per i cittadini di gravi danni alla salute è altissimo: l’ Organizzazione mondiale della sanità e il Comitato scientifico europeo parlano addirittura di rischio di alcune forme di cancro». Lo scorso 28 ottobre la svolta. «E’ finalmente arrivato il no della Commissione europea – continuano – all’ ennesima richiesta di deroga presentata dall’ Italia ai limiti previsti dalla legge per la concentrazione di arsenico nell’ acqua destinata ad uso potabile». Il che tradotto significa una cosa sola: l’ avvelenamento non sarà più legalizzato. Per la Tuscia, a partite dal 31 dicembre del 2012, giorno in cui scadrà l’ ultima deroga concessa. Il ricorso è gratuito ma è necessario iscriversi al Codacons. «Il 25 febbraio 2011 scadranno i termini per agire. Pertanto è necessario, per chi lo voglia, iscriversi e inviare tutta la documentazione entro il 31 gennaio». Chi può farlo? «Tutti gli abitanti dei 128 Comuni indicati, basta essere intestatari di una bolletta dell’ acqua per un contratto di utenza in corso». Sul sito www.codacons.it è presente il link di accesso per ricevere la modulistica necessaria. Aderire equivale anche a iscriversi per un anno, sperando così di vedersi riconosciuto il diritto al risarcimento di 600 euro, una volta chiusa l’ azione collettiva. E’ possibile ottenere informazioni anche chiamando il numero verde 800.120.444 dal lunedì al venerdì dalle 9,30 alle 17. RIPRODUZIONE RISERVATA.

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