22 Marzo 2017

Rigore contestato alla Juve, minacce all’ arbitro Massa

Rigore contestato alla Juve, minacce all’ arbitro Massa

OOO Un caso in Italia, un altro in Inghilterra. Protagonisti un arbitro e un giocatore. Minacce all’ arbitro Davide Massa, dopo aver fischiato il rigore alla Juventus contro il Milan, e a Jamie Vardy del Leicester, reo di aver cospirato contro Ranieri. Massa ha prima ricevuto una telefonata di minacce, poi una lettera minatoria a causa del discusso rigore concesso ai bianconeri all’ ultimo minuto di recupero della partita giocata il 10 marzo scorso. Telefonata e lettera sono entrate a far parte di un fascicolo per minacce gravi aperto dalla procura di Imperia. Le indagini sono affidate alla digos. È sta to Massa a denunciare il contenuto della telefonata alla polizia e a consegnare la lettera anonima. Identico il contenuto: l’ anonimo in questione invita Massa a fare «molta attenzione». Anche sui social le minacce si sprecano per quel rigore che provocò l’ ira dei giocatori del Milan e dell’ ad Galliani. Subito dopo la partita si mosse anche il Codacons con un esposto alla Figc e al Procuratore federale e sui campi, nei giorni immediatamente successivi, è scattata la sarabanda di sfottò. Stessa sorte di Massa è toccata in Inghilterra a Vardy, accusato – e per questo subissato di insulti via social di essere il cospiratore dell’ esonero di Ranieri. Neppure l’ improvvisa resurrezione del Leicester, che in una manciata di partite sotto la guida del nuovo tecnico Craig Shakespeare ha raddrizzato la stagione, ha potuto fermare la rabbia di alcuni tifosi. Una minoranza certamente, ma molto presente online, che ha preso di mira il centravanti inglese. Secondo la ricostruzione dei quotidiani locali, il licenziamento di Ranieri sarebbe avvenuto in seguito all’ ammutinamento dello spogliatoio, promosso dai senatori tra i quali appunto Vardy. Una ribellione di ingratitudine contro il tecnico che aveva guidato le «Foxes» allo storico trionfo in Premier League. La maggioranza dei tifosi, pur delusi e amareggiati per il trattamento riservato al tecnico romano, fin dalla prima partita post -Ranieri contro il Liverpool, avevano comunque deciso di sostenere la squadra, impegnata in una difficile corsa verso la salvezza. Una solidarietà premiata da una vera e propria rinascita: quattro partite e altrettante vittorie, più i quarti di Champions. Anche Vardy ha ritrovato d’ incanto brillantezza e gol, tre in quattro gare. Abbastanza per avvalorare la tesi di chi resta convinto che i giocatori – a cominciare dallo stesso attaccante -abbiano tramato contro Ranieri. A nulla sono val se le ripetute smentite del club così come del diretto interessato, bersaglio di minacce di morte che hanno spinto il club a garantirgli speciali misure di sicurezza. «Sono stato travolto da false accuse che hanno spinto alcuni tifosi ad inviarmi minacce terrificanti. Ma la cosa più grave è che anche la mia famiglia è stata coinvolta. C’ è chi ha tagliato la strada a mia moglie quando stava guidando con i bimbi a bordo», ha raccontato Vardy al tabloid Sun. Vardy ha negato una volta di più di essere il responsabile dell’ allontanamento di Ranieri: «Si è scritto che dopo la partita d’ andata col Siviglia avrei partecipato ad una riunione con i dirigenti. Una menzogna, ero all’ anti-doping. Se ci fosse stato qualche problema ne avrei parlato direttamente con Ranieri perché lui è sempre stato disponibile con noi».
 

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