5 Maggio 2005

Rienzi, interrogato, si difende e attacca: chiamati in causa un magistrato e un prelato

IL CASO VALENTINI

Rienzi, interrogato, si difende e attacca: chiamati in causa un magistrato e un prelato

SULMONA – Dagli uffici della Procura esce dopo cinque ore di interrogatorio. Carlo Rienzi, presidente del Codacons, nonostante il caldo estivo, è fresco come una rosa: «Se queste sono le accuse, sarà molto difficile che il procedimento penale possa arrivare in dibattimento. Gli elementi d`accusa mi sembrano deboli». Per Rienzi, che la Procura di Sulmona accusa di aver tentato con l`ex sindaco di Roccaraso, Camillo Valentini, una transazione concussiva ai danni di un costruttore al fine di firmare concessioni a sanatoria di una palazzina abusiva, «questo è un procedimento destinato a concludersi davanti al Gup. Con un`assoluzione, naturalmente». In cinque ore di difesa davanti al Pm Ciccarelli, assistito dai suoi avvocati Margiotta e Liuzzi, Rienzi ha avuto il modo di «far mettere a verbale due nomi». Si tratta, dice, «di un magistrato e di un alto prelato entrambi di Pescara. Ho detto al magistrato di indagare sui rapporti che intercorrono tra i due e il costruttore proprietario della palazzina». Ma di nomi Carlo Rienzi non ne fa. Nel dopo interrogatorio c`è anche spazio per ricoradare Camillo Valentini, suicida in carcere il giorno di Ferragosto. «Se penso a queste accuse, mi convinco sempre di più che l`arresto di Valentini si poteva tranquillamente evitare e che la sua è stata una morte ingiusta». Alla fine Rienzi non risparmia l`affondo ai magistrati. «Ho inviato al Csm un esposto perché indaghi sul comportamento dei magistrati della Procura di Sulmona. Ci sono delle situazioni che vanno chiarite». Ma c`è da dire che solo due mesi fa lo stesso Csm, in seduta plenaria, aveva sancito la correttezza del comportamento di Pm e Gip.

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