6 Marzo 2003

«Ridateci i nostri soldi»

Migliaia di persone contestano «prodotti finanziari» che, sostengono, li hanno danneggiati

«Ridateci i nostri soldi»

Salento, i consumatori contro l`ex «Banca 121»




My Way («La mia strada», oppure «A modo mio»), 4 You («Per te»), nomi da copertina patinata, oscuri ma suadenti e rassicuranti; nomi di prodotti finanziari lanciati nel grande mare dei mercati borsistici in euforia sino al 2000, con la promessa di un rendimento sicuro. Piani di accumulo di un reddito finanziario o di previdenza garantita li chiamano i promotori. In realtà, denunciano le associazioni dei consumatori, prodotti complicati di ingegneria finanziaria ad altissimo rischio proposti in modo subdolo e non trasparente. Centinaia, forse migliaia di persone, a volte intere famiglie, si stanno presentando ai sindaci, agli avvocati delle associazioni «Codacons» e «Adusbef», ai commissariati di polizia e ai carabinieri per raccontare storie di contratti sottoscritti in buona fede, in assenza – a loro dire – di informazioni complete, con firme in calce a prospetti scritti in caratteri piccolissimi e in inglese. I sottoscrittori sarebbero 90mila, sparsi in tutte le regioni, con picchi in Puglia e Basilicata, per un ammontare di oltre 600 milioni di euro. Nel mirino l`ex Banca 121, quella dello spot di Sharon Stone, acquistata e incorporata nel Monte dei Paschi. «Sospendete la riscossione delle rate» e «risolvete i contratti, restituendo il capitale e rinunciando agli interessi sulle rate non versate», si legge nella diffida del Codacons.
My Way è difficile pure da spiegare. In un allegato, il numero quattro, per illustrare le condizioni della risoluzione anticipata del contratto si ricorre ad una formula di matematica finanziaria che solo un buon docente universitario può risolvere. Un vero rompicapo per il cliente medio, compresi fior di imprenditori, professionisti, per non parlare dei pensionati, dei contadini e dei piccoli commercianti ed artigiani che hanno aderito alle proposte della banca.
«E` un finanziamento – dice Eugenio Spagnolo, legale del Codacons di Campi salentino – sostenuto dall`acquisto di obbligazioni di una società finanziaria inglese, la European investiment bank, e di quote di un fondo azionario. Il sottoscrittore versa quote mensili da 75 a tremila euro, da 15 a 30 anni. Questi piani sono stati proposti e formalizzati anche con persone anziane, addirittura di 70 anni, con l`obbligo contrattuale di un vincolo di solidarietà e di indivisibilità per gli eredi. La banca non ha rispettato l`obbligo di esplicitare in modo compiuto i termini del contratto, venendo meno al vincolo della trasparenza ed dell`equità nel rapporto, determinando una vera e propria asimmetria informativa a proprio vantaggio».
Il crollo delle borse ha gettato nel panico molte persone, sopratutto i piccoli risparmiatori. La Banca 121 aveva puntato in modo massiccio su prodotti sofisticati nella speranza di un`auto alimentazione rialzista. In centinaia si sono presentati agli sportelli per risolvere i contratti ed uscire da un meccanismo infernale. La sorpresa è stata crudele: occorre pagare altri soldi, molti soldi, per coprire gli alti interessi per tutti i mesi di mancato versamento delle rate. Da qui le denunce e le diffide. Dice Piero Mongelli, avvocato del Codacons di Lecce: «E` un comportamento lesivo dei diritti dei consumatori e le norme applicate sono vessatorie in violazione di principi anche europei». Assemblee si stanno tenendo in molti centri: a Manduria si sono presentati centinaia di risparmiatori, oggi è la volta di Acquarica del Capo, un paesino del Sud Salento, quasi tutto coinvolto. E navigando in internet si scopre che a Caltanisetta un giudice ha deciso che la banca restituisca il capitale ad un risparmiatore. «My May ha violato il codice civile che impone contratti veri e informazioni chiare e distinte».



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