6 Marzo 2018

Ricorso Ilva, Tar Lecce decide per trasferimento atti a Roma

 

Nel corso dell’ udienza di oggi dinanzi al Tar di Lecce in merito alle impugnative presentate da Regione Puglia e Comune di Taranto contro il Dpcm del 29 settembre scorso che contiene il nuovo piano ambientale dell’ Ilva, il Tribunale amministrativo regionale ha «trattenuto in decisione i ricorsi ai soli fini della competenza territoriale del Giudice. Si attende la decisione nei prossimi giorni. E’ possibile che il fascicolo venga trasferito al Tar del Lazio». Lo sottolinea in una nota l’ avvocato Luigi Quinto, difensore della Provincia di Taranto, intervenuta ad opponendum contro l’ azione giudiziaria del Comune. «Ritengo – afferma il legale – che il piano ambientale varato dal governo rappresenti un equilibrato compromesso tra tutela dell’ ambiente e salute dei cittadini da una parte e interessi imprenditoriali che si traducono in salvaguardia dei livelli occupazionali dall’ altra». Per il Codacons, presente in udienza con il suo presidente nazionale Carlo Rienzi, è «uno strano comportamento quello dei grandi industriali che stanno dietro l’ affare Ilva, e che vogliono allontanare il processo dall’ ambiente in cui si è verificato il gravissimo problema di inquinamento. Abbiamo assistito oggi ad una sfilata di tentativi di spostare il processo a Roma, richieste che saranno sicuramente contrastate dal tribunale». Il Codacons «ha ricordato – viene osservato in una nota – che in materia ambientale l’ articolo 316 del Codice dell’ ambiente prevede che a giudicare siano proprio i Tar del luogo dove il danno ambientale si è verificato. Questo perché soltanto la vicinanza alle problematiche relative ai danni subiti dai cittadini, dalla flora e dalla fauna, può aiutare a capire il dramma che vive in questo caso chi contesta un decreto come il Dpcm del 29 settembre 2017, che si è preoccupato poco dei danni per la salute dei cittadini. Si rimane ora in attesa della decisione del Tar ma anche del Consiglio di Stato, che deve decidere nei prossimi giorni sulla sospensiva del Dpcm proposta dagli abitanti del quartiere Tamburi, pesantemente danneggiati dall’ inquinamento dell’ area, e dal Codacons – conclude l’ associazione dei consumatori – con un altro autonomo ricorso».

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