12 Novembre 2010

Ricorso contro il no alle fermate intermedie Arenaways parte anche senza pendolari “La Regione ha difeso esclusivamente il servizio pubblico”

Poche, maledette e subito. Sono le quattro «tracce» ferroviarie sulla Torino-Milano che ieri sera Arenaways, prima società privata a concorrere con le Ferrovie, ha accettato obtorto collo dopo una giornata di ordinaria incertezza. Tutto questo a fronte dell’ apertura del servizio al pubblico annunciata per lunedì prossimo. Le ultime puntate sono storia nota. Martedì sera l’ «Ursf», il fantomatico Ufficio per la regolazione del traffico ferroviario che fa capo al ministero, è intervenuto in zona Cesarini accogliendo le obiezioni delle Ferrovie – sostanzialmente condivise dalla Regione – e tarpando le ali di Arenaways. Come? Disponendo che il nuovo servizio di trasporto sulla Torino-Milano si limiti alle fermate dei capoluoghi di Regione. Abolite le fermate intermedie. Quanto è bastato per scatenare la rivolta dei pendolari e una prima denuncia all’ Antitrust da parte del Codacons. Nemmeno Arenaways è rimasta a guardare: ricorso contro la decisione dell’ «Ursf», denuncia all’ Antitrust, denuncia alla Commissione europea. Intanto inghiotte il rospo per non farsi mettere fuori gioco: ad alcune condizioni. In primis, la revisione delle «tracce» già concordate con le Ferrovie e ora falsate dalla soppressione delle fermate intermedie. In particolare, Giuseppe Arena – ad della società – non vuole saperne di far viaggiare i suoi treni a vuoto per tutto l’ anello di collegamento tra Piemonte e Lombardia dopo aver caricato e scaricato i passeggeri nelle uniche stazioni consentite. Fatte salve le spiegazioni di Arenaways, e delle Ferrovie, l’ impresa è stata un vero calvario visto che il compromesso è stato raggiunto ieri sera dopo le 19. La società privata ha accettato le quattro «tracce» riportate in tabella, pur giudicandole penalizzanti. Le Fs si sono limitate a precisare, via comunicato, di non aver praticato alcuna forma di ostruzionismo verso il concorrente. Le modifiche intervenute, che certamente non dispiacciono al monopolista, dipendono dalla decisione dell’ «Ursf». Ieri anche l’ Ufficio in questione è uscito dal silenzio nella persona di Fabio Croccolo, il direttore generale: «Nei suoi interventi la Regione ha difeso solo il servizio pubblico in una situazione delicata, chiedendo di valutare attentamente le conseguenze delle decisioni che saranno prese per evitare che ricadano sui cittadini, provocando riduzioni dei livelli del servizio pubblico oggi garantiti. Mi sembra assolutamente in linea con quelle che sono le potestà e gli interessi della Regione». Sei righe per precisare che l’ ente non ha servito la palla alle Ferrovie, come invece sostiene Arenaways. La giornata ha registrato anche un botta e risposta tra l’ assessore ai Trasporti Barbara Bonino e Cesare Carbonari, presidente del Comitato pendolari sulla Torino-Milano. Che ha combinato, Carbonari? Ha mandato una lettera a Roberto Cota, chiedendo cosa pensa della faccenda e ricordandogli che il servizio di Arenaways, finanziata in toto da imprenditori piemontesi e lombardi, non solo offre un servizio migliore rispetto alle Fs ma porta nuovi posti di lavoro. Invece del Governatore ha risposto la Bonino. Due le obiezioni: la Regione non ha mai parteggiato per nessuno, Carbonari è il meno titolato a parlare. Perché? Perché non fa più il pendolare da tempo e perché alle ultime regionali era stato candidato senza successo nella lista di Bresso, dunque cerca nuova visibilità. Non ultimo, il Comitato che presiede rifiuta di partecipare ai lavori dell’ Osservatorio sul trasporto pubblico locale. Questa, in sintesi, la replica dell’ assessore. E adesso? Lunedì i pendolari del Comitato non si sdraieranno sui binari. Di certo studieranno nuove forme di lotta, condivise con gli altri. Ne vedremo delle belle.

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