9 Settembre 2021

Ricorsi dei sanitari no vax Al Tar niente sospensiva: subito il giudizio di merito

rima  udienza  davanti  al  Tar  di  Trieste,  nella  mattinata  di  ieri,  per  discutere  ricorsi  di  quasi  250  tra  medici,  infermieri  Oss,  che  si  sono  opposti  ai  provvedimenti  di  sospensione  disposti  (e  nella  maggior  parte  dei  casi  non  ancora  eseguiti)  dalle  tre  Aziende  sanitarie  della  regione.  tutti  è  stata  già  recapitata  da  tempo  l’intimazione  sottoporsi  all’obbligatoria  vaccinazione.  Il  Tribunale  amministrativo  ha  scelto  di  non  pronunciarsi  subito  sulle  richieste  di  sospensiva,  ovvero  la  misura  cautelare  che  avrebbe  intanto  consentito,  in  attesa  della  successiva  decisione  nel  merito,  di  sospendere  l’esecutività  dei  provvedimenti  delle  Aziende  sanitarie.  Il  collegio  giudicante  presieduto  da  Oria  Settesoldi  si  pronuncerà  invece  direttamente  nel  merito  dei  ricorsi,  decidendo  se  accoglierli  respingerli.  Niente  sospensiva  accordata,  dunque.  Nei  prossimi  giorni  sono  attese  le  sentenze  nel  merito  per  almeno  ricorsi.  Poi  toccherà  agli  altri.  Asugi,  Asufc  Asfo  si  sono  costituite  in  giudizio  per  opporsi  ai  ricorrenti.  Il  ricorso  più  imponente  dal  punto  di  vista  numerico  è  quello  presentato  dall’avvocato  Daniele  Granara  che  rappresenta  ben  245  sanitari,  di  cui  più  della  metà  dell’Azienda  sanitaria  giuliano  isontina,  mentre  gli  altri  sono  equamente  distribuiti  tra  provincia  di  Udine  Destra  Tagliamento.  Sono  rappresentati  lavoratori  dipendenti  delle  tre  Aziende  sanitarie  liberi  professionisti,  che  esercitano  negli  ambiti  più  svariati:  ci  sono  anche  psicologi,  psicoterapeuti,  veterinari  farmacisti.  Viene  chiesto  l’annullamento  dei  provvedimenti  per  la  mancata  vaccinazione  carico  dei  sanitari  il  ricorso  si  fonda  «sulla  illegittimità  costituzionale,  sotto  plurimi  profili,  di  diritto  interno  diritto  europeo,  di  un  obbligo  riferito  un  vaccino  di  cui  non  è  garantita  né  la  sicurezza  né  l’efficacia».  Gli  avvocati  del  Codacons  Gianluca  Teat  Luca  Campanotto  hanno  discusso  il  ricorso  di  un’odontoiatra  di  un’infermiera  dell’Asfo  chiedendo  la  sospensiva  in  via  cautelare  del  provvedimento  di  sospensione  dell’Asfo  per  consentire  entrambe  di  riprendere  lavorare:  sono  senza  stipendio  da  quasi  due  mesi  perché  la  sospensione  era  diventata  esecutiva  in  luglio.  «In  questo  momento  non  si  può  dimostrare  con  assoluta  certezza  la  sicurezza  del  vaccino  – sostengono  legali- e  la  sua  efficacia  contro  le  varianti,  in  più  una  delle  due  ricorrenti  fine  maggio  aveva  ancora  anticorpi  elevati  l’altra  patologie  cardiache  che  rendono  sconsigliabile  la  vaccinazione».  Campanotto  ha  presentato  un  ulteriore  ricorso  sempre  per  un  lavoratore  della  Destra  Tagliamento,  ma  anche  in  questo  caso  la  linea  del  Tar  di  Trieste  è  stata  la  stessa:  niente  sospensiva  del  provvedimento,  si  deciderà  direttamente  nel  merito.  Una  scelta  che  è  stata  accolta  con  favore  dall’avvocato  Aldo  Sam,  presente  in  udienza  in  rappresentanza  dell’Ordine  degli  infermieri  di  Pordenone  che  si  era  sua  volta  costituito  in  giudizio.  L’Ordine  del  capoluogo  del  Friuli  Occidentale  ha  infatti  scelto  la  linea  dura  decidendo  di  emettere  anche  una  propria  delibera  di  sospensione  dalla  professione  in  aggiunta  quella  dell’Azienda  sanitari

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