Richiesta di rinvio a giudizio per 34: scelte entro l’ inverno
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fonte:
- La Nuova Prima Pagina
Sono 34 le persone e 15 le aziende per le quali la Procura ha chiesto il rinvio a giudizio a conclusione dell’ inchiesta “Camici sporchi” relativa ai presunti sistemi illeciti adottati secondo l’ accusa nel reparto di Cardiologia del Policlinico. A inizio settembre infatti il pm titolare – il sostituto procuratore Marco Niccolini, assieme al procuratore capo Vito Zincani – ha inviato all’ ufficio del gip del Tribunale l’ elenco delle persone per le quali ha domandato il processo. Tra loro compaiono l’ ex primario della struttura complessa, prof. Maria Grazia Modena, e il responsabile del laboratorio di Emodinamica, prof. Giuseppe Sangiorgi. Ma pure – con un profilo minorel’ ex direttore generale del polo universitario Stefano Cencetti. In virtù dei recenti movimenti in Tribunale il fascicolo è finito sulla scrivania del nuovo giudice Andrea Romito: il gup, giunto pochi giorni fa dal palazzo di giustizia siciliano di Enna, inizierà dunque l’ esperienza modenese con un caso “scottante”. In realtà occorreranno diversi mesi prima che in corso Canalgrande venga fissata la (affollata, non c’ è che dire) udienza preliminare: è ragionevole affermare che dovrebbero essere necessari un paio di mesi, di sicuro si approderà in aula entro l’ inverno. Il processo per i possibili rinviati a giudiziocon riti ordinari o alternativi che saranno – inizierà insomma nel 2014. E il Codacons ha già annunciato che intende costituirsi parte civile. Il giudice, oltre ai 34 nomi per i quali è stato domandato il rinvio a giudizio, dovrà vagliare inoltre le posizioni dei 41 soggetti per i quali la Procura ha invece avanzato istanza di archiviazione e che sono insomma destinati a uscire dall’ inchiesta. Si tratta in buona sostanza di figure con ruoli di “spessore” più limitato o che, pur risultando personaggi con rilevanti ruoli pubblici, erano stati indagati in ossequio ad atti dovuti. Nel novero due rettori dell’ Università cittadina: l’ ex Gian Carlo Pellacani e l’ attuale “ma gnifico “, sebbene in scadenza proprio in questi giorni, Aldo Tomasi. L’ inchiesta penale, si ricorderà, era entrata nel vivo il 9 novembre dell’ anno scorso, quando erano state emesse dal giudice per le indagini preliminari (Paola Losavio) ordinanze di custodia cautelare per 9 medici con le accuse, a vario titolo, di associazione a delinquere, peculato, corruzione, falso in atto pubblico, truffa ai danni del sistema sanitario nazionale e sperimentazioni cliniche senza autorizzazione. L’ accusa sosteneva di aver fatto luce su presunti illeciti di corruzione e sperimentazioni non autorizzate sui pazienti, commessi tra gli anni 2009 e 2011, nella struttura complessa di Cardiologia del Policlinico e in particolare nel laboratorio di Emodinamica. L’ indagine dei carabinieri del Nas di Parma col coordinamento della Procura modenese aveva visto da parte del gip l’ accoglimento di buona parte delle ipotesi investigative; in tutto sono erano state 33 tutto le perquisizioni degli inquirenti, a carico di 16 medici e 17 dirigenti delle aziende accusate, e contestualmente erano stati emessi 7 decreti di sequestro, ai fini della confisca, di diverse centinaia di migliaia di euro su vari conti correnti (relativi a tre onlus e a quello del prof. Sangiorgi). Gli indagati erano stati 68 e le misure cautelari 35; tra queste, 12 erano state indirizzate ad altrettante aziende sottoposte al provvedimento di divieto di contrattare con la pubblica amministrazione: metà ditte sono italiane (di Cavezzo, Genova, Milano e Brescia) e altrettante straniere (Polonia, Irlanda, Belgio, Usa e Germania). Inoltre sei manager delle imprese erano stati interdetti a esercitare uffici direttivi, mentre simile provvedimento era stato diretto a un commercialista bolognese nello svolgimento della sua professione. Dei 9 medici, l’ unica custodia in carcere aveva colpito il prof. Sangiorgi, che era stato poi liberato; in primavera le ultime misure cautelari sono state revocate per tutti gli indagati. Ciò nonostante, ha detto Zincani a commento delle richieste di rinvio a giudizio, «l’ impianto accusatorio non è cambiato». Infine, un accenno sui tempi. Questa indagine è nata nella primavera del 2011 ed è stata sviluppata in Procura entro la fine di quell’ anno, quando intorno a Natale sono stati chiesti al gip Losavio i provvedimenti cautelari con un’ informativa ampia 800 pagine. Misure che sono state emesse 10 mesi più tardi, l’ ormai noto 9 novembre 2012. Un anno dopo, appunto prima che termini il 2013, si andrà in udienza preliminare: praticamente a due anni di distanza da quando il fascicolo del pm venne chiuso.
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