5 Maggio 2020

Riapertura palestre, piscine e centri sportivi (forse) dal 18 maggio. Ecco quali saranno le regole

La fase 2 dell’ emergenza Coronavirus è ufficialmente partita oggi lunedì 4 maggio, con l’ allentamento di alcune delle misure di contenimento dell’ epidemia. Ma sono molti ancora i settori che attendono un cenno dal governo per poter riaprire i battenti. Tra questi, quello relativo a palestre e centri sportivi. Per ripartire, però, c’ è bisogno di regole ferree, come si evince dalle 32 pagine pubblicate dal Ministero dello Sport contenenti le linee guida per il graduale ritorno agli allenamenti degli atleti (scarica qui il ). Secondo quanto detto dal ministro dello Sport, Vincenzo Spadafora, le riaperture delle palestre potrebbero avvenire dal 18 maggio: «Stiamo lavorando molto sulle linee guida per la riapertura di palestre, piscine, centri danza e tutti i centri sportivi di ogni livello», ha dichiarato il 2 maggio. Leggendo le linee guida per gli allenamenti degli atleti, si possono già immaginare quelle che saranno le regole per l’ accesso nelle comuni palestre.  Ingressi scaglionati e purificatori dell’ aria L’ operatore sportivo dovrà farsi carico di organizzare ingressi scaglionati nelle palestre e nei centri sportivi, per garantire una presenza esigua di persone all’ interno dell’ edificio. Questo servirà anche a monitorare i frequentatori e, nel caso di un contagio, poter tracciare le interazioni. Sarà necessario un termoscanner all’ ingresso e anche sul versante delle norme igieniche, al di là di quelle basilari sulla sanificazione degli attrezzi e degli ambienti e sulla fornitura di dispenser di gel igienizzanti, i frequentatori delle palestre non potranno condividere cibo, bottigliette dell’ acqua e vestiario. Nelle piscine e nelle sale fitness ci saranno dei distanziatori (tra un attrezzo e l’ altro dovrà esserci uno spazio non inferiore al metro) e probabilmente dovrà essere attivato un sistema di raccolta dedicato ai rifiuti potenzialmente infetti (fazzoletti monouso, mascherine/respiratori) con relative buste sigillanti; così, come dovranno essere predisposte specifiche attività di filtrazione dell’ aria nei locali chiusi (purificatori di aria dotati di filtri). Ancora non è chiaro come si dovrà fare con le mascherine e i guanti. Alcuni tipi di allenamento, come il sollevamento pesi, potrebbero trovare una certa difficoltà nel maneggiare i manubri con le mani avvolte nei guanti monouso. Voucher e proroga dell’ abbonamento Intanto, chi ha un abbonamento in una palestra, sta ricevendo in questi giorni le comunicazioni dei proprio centri che stanno scaldando i motori nella speranza di riaprire nelle prossime settimane. In genere, agli affiliati viene proposto di allungare il proprio abbonamento dei giorni totali non usufruiti dalla chiusura forzata del centro. Un’ altra possibilità offerta da molte palestre è quella del voucher nominale, da utilizzare al termine dell’ abbonamento oppure da cedere a terzi. L’ opzione rimborso Naturalmente, come sottolinea anche l’ Unione nazionale consumatori, questa è un’ opzione che si può rifiutare. «Il consumatore ha diritto al rimborso della quota parte di abbonamento del quale non può usufruire (o del singolo titolo di ingresso)», ha spiegato il presidente dell’ Unione nazionale consumatori, Massimiliano Dona . Mentre ul Codacons, dal canto suo, ha pubblicato sul proprio sito internet il modulo (dal costo di 2 euro) attraverso il quale i consumatori possono richiedere ai gestori la restituzione parziale degli abbonamenti a palestre, piscine e altre attività pagati, rimborso che deve essere proporzionale al periodo di chiusura delle strutture e quindi alla mancata prestazione dei servizi venduti. Il Codacons ricorda che la restituzione di quanto pagato per un servizio non goduto rientra nell’ ambito di quanto previsto dall’ art. 1463 del codice civile.

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