13 Gennaio 2012

Restauro del Colosseo. Della Valle è pronto a lasciare, ma Ornaghi lo ferma

Restauro del Colosseo. Della Valle è pronto a lasciare, ma Ornaghi lo ferma

 
ROMA. "Aspetterò, ma non per un periodo lungo. Chi ha la delega a fare chiarezza la faccia presto perché queste cose non fanno bene all’immagine del Paese. Sono amareggiato per questa piccola operazione di cabotaggio cittadino. Credo che dietro ci sia una regia": non è chiamato in causa direttamente in modo formale, ma sulla vicenda Colosseo è pronto a gettare la spugna Diego Della Valle.
E convoca una conferenza stampa in un prestigioso hotel della Capitale – affollatissima, ci sono tante testate straniere – a cui si presenta senza indossare una delle sue proverbiali sciarpe, per fare "chiarezza una volta per tutte".
Altrimenti, dice, "dalle cose che leggo sembra che abbiamo monopolizzato il Colosseo".
L’ultimatum di della Valle arriva dopo l’incontro con il ministro dei Beni Culturali Lorenzo Ornaghi che gli ha rivolto "un convinto invito ad attendere prima di maturare una decisione definitiva", cioè recedere dal contratto. Decisione su cui l’imprenditore marchigiano sta riflettendo dopo la bufera sull’accordo tra Mibac e gruppo Tod’s’ per la sponsorizzazione dei lavori di restauro dell’Anfiteatro Flavio, siglato un anno fa. E’ finito nel mirino di Uil Beni culturali e Codacons che hanno chiamato in causa Tar (si pronuncerà il 26 gennaio) e Antitrust mentre la Procura della Repubblica di Roma e la Corte dei Conti hanno aperto un fascicolo.
Un’indagine al momento senza ipotesi di reato. Al vaglio degli inquirenti i termini dell’intesa siglata dall’allora commissario straordinario per l’archeologia di Roma Roberto Cecchi, ora sottosegretario al ministero dei Beni Culturali a cui oggi Ornaghi ha rinnovato "stima e fiducia".
"Speriamo che l’indagine chiarisca che la situazione è cristallina, ma senza lasciar passare troppo tempo anche perché il nostro gruppo è quotato in Borsa e non vogliamo ci siano incidenti di sorta – spiega Della Valle – Avevamo voglia di sponsorizzare l’immagine del Colosseo senza nulla in cambio, non volevamo fosse un’operazione commerciale, basta leggere le carte per capire che non è così. Volevamo raccontare il restauro in giro per il mondo, costruire una Onlus quindi senza fini di lucro e un centro servizi. La cifra di 25 milioni di euro è relativa al fabbisogno dei lavori. Nelle casse del ministero ce ne sono già 10. Speriamo li usino quanto prima e da quello che mi hanno detto, i bandi dovrebbero partire" aggiunge Della Valle che precisa: "Ma se qualcuno non è contento, noi ci mettiamo da parte e subentrino altri. L’importante che non si faccia cadere a pezzi il Colosseo".
Il patron di Tod’s non nasconde poi di essere amareggiato, per una "cosa costruita sul nulla". "Volevo essere un esempio positivo e portarmi dietro altri imprenditori anche per situazioni come Venezia o Pompei, invece chi ha messo in piedi questa operazione di piccolo cabotaggio cittadino non si rende conto di cosa ha fatto". "A convincermi ad aspettare il ministro ci ha messo poco, è una persona seria", sottolinea poi l’imprenditore.
Mentre il sindaco di Roma Gianni Alemanno lo ringrazia "per la pazienza e il coraggio, dimostra che la sua volontà di aiutare Roma e i beni artistici d’Italia è veramente molto forte". E attendono la verifica degli organi competenti anche Uil e Codacons, che hanno sollevato il caso Colosseo. "La posizione del ministro è scontata: occorre aspettare cosa deciderà il Tar, nonché l’Antitrust, la stessa Magistratura e la Corte dei Conti. Di ciò ha preso contezza anche il dott. Della Valle", spiega la prima mentre il Codacons, risponde per le rime al patron di Tod’s: "non è piccolo cabotaggio cittadino, si vuole solo garantire che il tutto avvenga nel rispetto delle regole". 
 

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