Ressa sui bus, scioperano gli studenti
-
fonte:
- L`Unione Sarda
a cagliari monta la protesta, aule semideserte in molti istituti
Ogni mattina continuano a viaggiare su bus e metro accatastati l’ uno sull’ altro, come se il Covid non ci fosse. Monta la protesta degli studenti delle scuole superiori di Cagliari: ieri un nuovo sciopero dopo quello di martedì. Una protesta silenziosa, partita sulle chat di WhatsApp e approdata in aula: non potendo sfilare per la città per il divieto di assembramenti, gli studenti sono rimasti a casa. Banchi vuoti (o semivuoti) in molti istituti: al classico Siotto, ai geometri Bacaredda, al linguistico Eleonora d’ Arborea. Ma anche all’ industriale Marconi, ai professionali Pertini e Meucci, solo per citarne alcuni. «Non scioperiamo contro le scuole ma contro chi non garantisce la sicurezza della nostra salute sui mezzi pubblici», spiega Raffaele Peralta, rappresentante di istituto al Siotto. L’ allarme Tre giorni fa gli studenti hanno lanciato il primo segnale di protesta, a macchia di leopardo. Ieri il nuovo grido di allarme: più forte, più compatto. «Se non è possibile aumentare il numero delle corse di bus e metro, arrivati a questo punto chiediamo di poter svolgere le lezioni con la didattica a distanza», spiega ancora Peralta. Dopo aver faticosamente conquistato il diritto a seguire le lezioni in presenza, gli studenti sono costretti ad arrendersi di fronte all’ eventualità della didattica a distanza. «È in gioco la nostra salute», dice Thomas Dettori, studente di quinta del Meucci. «Preferiamo le lezioni in presenza, ma se non è possibile non restano molte alternative», gli fa eco Luciano Farris, terza al Meucci. Esposto Gli studenti annunciano nuove iniziative. «Finché non ci ascolteranno», dicono. Con loro si schiera anche il Codacons che annuncia un esposto contro Governo e Regioni per concorso in epidemia colposa e attentato alla salute pubblica. «Gli studenti di Cagliari hanno ragione», dice il presidente Carlo Rienzi. «Ai cittadini si chiedono sforzi per evitare i contagi, ma le istituzioni non sono in grado di assicurare servizi pubblici che garantiscano la salute». Mauro Madeddu.
-
Sezioni:
- Rassegna Stampa