4 Maggio 2011

Resort, non c’ è stato abuso d’ ufficio

Resort, non c’ è stato abuso d’ ufficio
 

FRANCAVILLA. A due anni dal sequestro del cantiere del resort «Le Vele», sulla spiaggia al confine con Pescara, il giudice per l’ udienza preliminare di Chieti ha scagionato l’ architetto Marcello Borrone dall’ accusa di abuso d’ ufficio e di occupazione di suolo demaniale. Il tecnico venne indagato insieme ad altri per aver rilasciato il permesso che autorizzava a costruire. Il tecnico, dirigente del Comune dall’ agosto 2007 ad aprile 2008, nel febbraio 2009 fu indagato per aver rilasciato il permesso che autorizzava la realizzazione del complesso turistico-alberghiero sull’ ultimo tratto di spiaggia dunale sopravvissuto alla cementificazione del litorale francavillese. A inizio estate 2008, l’ avvio della costruzione composta da 4 palazzine con 68 alloggi, scatenò gli esposti delle associazioni Ecoistituto Abruzzo, Italia Nostra, Marevivo, Mila donnambiente, Buendia, Legambiente Francavilla, Primo Foglio e Codacons. Nel febbraio 2009, a seguito dell’ indagine (scattata dalle denunce degli ambientalisti) che aveva evidenziato la mancanza dei nulla-osta di Capitaneria di porto e agenzia delle Dogane, la Procura di Chieti mise i sigilli al cantiere, notificando 4 informazioni di garanzia: a Fernando Di Paolo quale amministratore delegato della società Abruzzo Property Resort con sede nel Principato di Monaco, committente dell’ intervento; all’ architetto Rocco Antonucci progettista e direttore dei lavori; a Luciano Felicioni titolare della ditta costruttrice Felicioni srl, e al dirigente comunale Borrone che rilasciò il permesso a costruire. Ma il gup di Chieti ha assolto il tecnico dai reati di abuso d’ ufficio, perché «il fatto non costituisce reato», e di «occupazione di suolo demaniale», perché il fatto non sussiste. Nella sentenza, il gup ha precisato che il permesso di costruire «risulta pienamente compatibile con la disciplina urbanistica vigente del Comune di Francavilla» e che l’ indice di fabbricabilità è stato rispettato. Inoltre, è stato accertato che l’ occupazione abusiva di suolo demaniale contestata non vi è mai stata; lo confermerebbe il fatto che il nulla osta della Capitaneria è stato successivamente rilasciato così come quello della Dogana. «Per quanto riguarda la destinazione extra-alberghiero della struttura», precisa una nota degli avvocati difensori di Borrone, Marcello Russo e Manuel De Monte , «il gup ha evidenziato che il Piano regionale paesistico consentiva la realizzazione di qualunque struttura turistico-ricreativa senza distinzione, e che le normative statale e regionale assimilano le strutture alberghiere ed extra-alberghiere nell’ unica categoria delle strutture turistico-ricreative». Ora è possibile che il cantiere sia dissequestrato e i lavori riavviati. © RIPRODUZIONE RISERVATA.
 

 

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