26 Agosto 2015

Renzi: «Toglierò Imu e Tasi per la prima casa»

Renzi: «Toglierò Imu e Tasi per la prima casa»

Renato Giglio Cacioppo …«Il prossimo anno togliamo le imposte sulla casa, Tasi e Imu, per tutti. E dal 2017 abbasseremo quelle sulle imprese e l’ Irpef», perché «la riduzione delle tasse aumenta il tasso di libertà del Paese, aumenta il tasso di giustizia sociale». Nel giorno in cui- intervenendo al meeting di Rimini di Comunione e liberazione e poi parlando in un teatro di Pesaro – condanna «il berlusconismo e l’ anti berlusconismo, che hanno bloccato il Paese per 20 anni», Matteo Renzi lancia il suo programma più apertamente liberale, puntando tutto sul taglio delle imposte, sulla necessità di «ridurre e semplificare, per avere un’ Italia più semplice», e sulle riforme istituzionali, che sono «la premessa per recuperare il tempo perduto». E, alla sinistra del Pd, che si oppone all’ abolizione del Senato elettivo, ricorda che «la democrazia non è un Telegatto che serve a moltiplicare le poltrone», mentre riduce a «provincialismo della paura» la campagna anti -immigrati della Lega. Il berlusconismo ha bloccato il Paese. Non cerca il consenso a tutti i costi della platea di Cl, il premier, anzi sottolinea che non voleva «venire al Meeting», ma di aver poi deciso di farlo per «rispondere a delle domande». Dunque coglie l’ occasione per tracciare il suo programmaper i prossimi tre anni, partendo dal presupposto che «il berlusconismo e per certi versi anche l’ antiberlusconismo hanno messo il tasto “pausa” all’ Italia e abbiamo perso occasioni clamorose. Ora il nostro compito è di rimetterci a correre. Le riforme sono un corso accelerato per rimettere l’ Italia in pari». E ancora: «L’ Italia in questi 20 anni ha trasformato la Seconda Repubblica in una rissa permanente ideologica che ha smarrito il bene comune, e mentre il mondo correva è rimasta ferma in discussioni sterili interne». Via Tasi e Imu, tasse giù. Così, fuori dagli steccati ideologici, riprende uno dei cavalli di battaglia del centro -destra, annunciando, in un teatro di Pesaro, che «il prossimo anno toglieremo Tasi e Imu per tutti. Non è possibile continuare questo giochino. In Italia la tassazione è esagerata e abbassare le tasse è una scommessa che non si fa solo per un anno. Nel 2017, porteremo l’ Ires, cioè le tasse sulle imprese, dal 31% al 24% sotto la Spagna, e poi nel 2018 interverremo sull’ Irpef». E la motivazione che offre è lontana dall’ usuale prospettiva della sinistra: «La riduzione delle tasse spiega – aumenta il tasso di libertà del Paese, aumenta il tasso di giustizia sociale. Non sono invenzioni prese da un cilindro per guadagnare consensi ma l’ unico modo per consentire a chi vuol fare, di farglielo fare». Dura, la reazione della destra, con il leader della Lega, Matteo Salvini che accusa Renzi di averci «messo 18 mesi per copiare la Lega e Berlusconi! Ridicolo». Secondo l’ associazione dei consumatori, Codacons, inoltre, l’ abolizione di Imu e Tasi potrebbe far salire le altre imposte locali. Ci vorranno infatti 5 miliardi per coprire lo «sconto», e Deborah Bergamini di Forza Italia chiede: dove li prenderà? Gli artigiani della Cgia di Venezia si chiedono poi dove il premier troverà le risorse per tagliare le imposte sulla casa, visto che «già servono 18 miliardi per impedire l’ aumento dell’ Iva e delle accise sui carburanti». La democrazia non è il Telegatto. Anche sulle riforme, Renzi non molla un millimetro. Ribadisce che sono «la necessaria premessa per il rilancio», e alla sinistra del Pd, contraria all’ abolizione del Senato elettivo, dice che «non è che per avere la democrazia devi votare tante volte, quello è il Telegatto. Moltiplicando le poltrone si fanno contenti i politici, non gli elettori». Piccata la replica del senatore della minoranza Pd, Vannino Chi ti, per il quale il premier «fa avanspettacolo». Immigrati: salviamo vite. Quanto all’ emergenza immigrazione, Renzi conferma l’ attuale politica: «Noi prima salviamo vite umane anche a costo di perdere voti. È una questione di civiltà», dice al meeting di Cl, affermando che «è necessario fermare il messaggio del provincialismo della paura. Possiamo perdere pure tre voti ma non rinunciamo a secoli di civiltà».
renato giglio cacioppo

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