13 Aprile 2016

Referendum sulle trivelle ricorso del Veneto al Tar

Referendum sulle trivelle ricorso del Veneto al Tar
la regione si
associa al codacons: «il mancato election day costerà 300 milioni»
legambiente, pesca e albergatori si schierano per il sì. la cisl invita a
votare noquindici consiglieri diventano donatori di sangue e organi

VENEZIA Il mancato abbinamento del referendum sulle trivellazioni (17 aprile) alla elezioni amministrative del 5 giugno, deciso dal Governo Renzi, comporterà un aggravio di 300 milioni per l’ erario; perciò, il Veneto si è associato al ricorso di Codacons e Regione Puglia che chiedono al Tar del Lazio di annullare la consultazione di domenica in vista di un successivo election day. «Tale spesa maggiorata, in assenza di ragioni che la giustifichino, è il sintomo della illegittimità dei provvedimenti impugnati», affermano i ricorrenti, convinti che l’ unico obiettivo perseguito dal premier Renzi sia quello di affossare la «sgradita» consultazione ostacolando il quorum; i giudici amministrativi si pronunceranno oggi. In Croazia stop alle perforazioni. Il Consiglio del Veneto si è pronunciato all’ unanimità per il Sì referendario e ieri il presidente dell’ assemblea Roberto Ciambetti ha ricevuto la visita di Dusica Radojcic, rappresentante di One Adriatic, l’ organismo internazionale che raggruppa decine di associazioni e gruppi ambientalisti: «Noi in Croazia un primo passo importante l’ abbiamo già fatto», le sue parole «a dicembre il nostro governo ha dichiarato una moratoria sulle trivellazioni e ancora prima di noi l’ avevano fatto gli sloveni. Ora tocca agli italiani. Quando Zagabria parlava di trivellare in Adriatico la scusa era “tanto lo fanno già gli italiani”, uguale a quella che ho sentito qui, “Tanto lo fanno gli altri se non lo facciamo no”‘. Bisogna mettere fine a questo sfruttamento insensato delle risorse. L’ Adriatico è il nostro oro». Al suo fianco, il coordinatore veneto di Legambiente, Luigi Lazzaro: «I profitti petroliferi sbandierati sono irrisori rispetto alle risorse del turismo, dell’ ambiente e della pesca minacciati dalle perforazioni dei fondali; l’ unico vantaggio è per i colossi Shell, Total, Eni che, approffittando di franchigie scandalose, versano allo Stato italiano pochi spiccioli di royalties. Quanto al pericolo di inquinamento, è provato che in caso d incidente, sarebbe possibile recuperare al massimo il 30% del petrolio sversato in mare». Le categorie e il sindacato divisi. Ma il quesito divide le categorie e il mondo del lavoro. «Il referendum del 17 aprile nasce sbagliato nel suo contenuto: non possiamo continuare a dovere scegliere tra lavoratori occupati o futuri disoccupati e la salute», afferma la lader della Cisl, Annamaria Furlan, aggiungendo che domenica andrà a votare e sceglierà il No. Opposta la posizione di Fiom-Cgil, delle associazioni della pesca e del circuito dell’ accoglienza: oggi, a Jesolo, Marco Michielli (presidente di Federalberghi Veneto) e Massimiliano Schiavon, (presidente dell’ Associazione jesolana albergatori) daranno voce, insieme a Ciambetti, alle ragioni del turismo veneto che, con i suoi 60 milioni di presenze annuali, «crea ricchezza vera e dà lavoro a migliaia di persone». Appello congiunto Zaia-Emiliano. Infine, l’ asse tra i governatori di Puglia e Veneto, i più schierati sul fronte Stop trivelle: di scena al Vinitaly di Verona, il dem Michele Emiliano e il leghista Luca Zaia hanno lanciato un appello congiunto al sì: «Domenica andate a votare presto, sarà una sorta di gara, un Telethon della democrazia in barba agli intrecci tra petrolio e politica», le parole del pugliese.
 
 

Previous Next
Close
Test Caption
Test Description goes like this
WordPress Lightbox