Rc auto, più difficile fare ricorso
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fonte:
- Il Tempo
Consumatori e opposizione si appelleranno a Bruxelles. Possibile un referendum
Il Senato ha approvato il decreto. Non sono passati i 60 emendamenti per cambiare la norma
NONOSTANTE l?attacco di ben 60 emendamenti presentati dall?opposizione, il decreto «salva compagnie» ovvero quello sulle polizze Rc auto, ha avuto il via libera del Senato senza nessun cambiamento. L?Intesa dei consumatori è partita in quarta e ha annunciato il ricorso alla Corte Costituzionale. Una battaglia che si preannuncia difficile («è improbabile la vittoria» sostengono i vertici dell?Ania) mentre le assicurazioni cantano vittoria. «Sia per i ricorsi alla Corte Costituzionale che per quelli alla Corte di giustizia europea abbiamo alte probabilità di vincere» sostiene il direttore generale dell?Ania Giampaolo Galli sottolineando che «in altri Paesi europei non è previsto il giudizio di equità».
La legge rende più difficili i ricorsi. Nel dettaglio il provvedimento prevede che il giudice di pace possa decidere secondo equità le cause il cui valore non ecceda i 1.100 euro ma impone il giudizio secondo diritto per i ricorsi sui contratti di massa come quelli per la Rc auto. Le conseguenze di questa norma saranno tempi più lunghi di giudizio e maggiori difficoltà a fare ricorso.
L?interessato potrà difendersi ricorrendo in appello ma dovrà affrontare diversi gradi di giudizio. Il provvedimento ostacola di fatto quindi la possibilità di far ricorso contro quelle compagnie multate dall?Antitrust.
Il ministro Marzano ha commentato in positivo il via libera al decreto («è una buona notizia») e ora punta al dialogo tra consumatori e assicurazioni. Ma a raffreddare le aspettative in questo senso è stata l?Ania. L?Associazione delle assicurazioni ha precisato la propria disponibilità a confrontarsi con i consumatori ma fermo restando che «la decisione di applicare eventuali sconti spetta alle compagnie e non all?associazione che le rappresenta».
Una linea non condivisa dai consumatori che promettono battaglia insieme all?opposizione ventilando anche l?ipotesi di un referendum e di appellarsi alla Ue.
«Ci aspettiamo che qualcuno sani tale sopruso. L`alternativa è far regredire all`anno zero la tutela dei diritti dei consumatori italiani nei contratti collettivi», ha detto Paolo Martinello di Altroconsumo che punta l?indice contro le compagnie che «hanno visto le proprie richieste accolte in toto dal governo. La mancanza di rispetto per i diritti acquisiti dai consumatori e dai cittadini si è fatta legge».
Bordate dall?opposizione: «Così si colpisce il senso di giustizia dei cittadini», ha detto Nando Dalla Chiesa, della Margherita. «È un provvedimento che va contro le regole del mercato e contro i diritti della parte più debole del contratto».
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