12 Febbraio 2003

«Rc auto, per tagliare le tariffe una campagna contro le frodi»

«Rc auto, per tagliare le tariffe una campagna contro le frodi»


Le compagnie: negli ultimi due anni 20 mila persone indagate




ROMA – Il decreto legge del governo che ha reso appellabili le sentenze dei giudici di pace sui rimborsi Rc auto «non toglie diritti ai consumatori». L?Ania (associazione delle compagnie) guidata da Fabio Cerchiai promuove il provvedimento varato venerdì scorso dal Consiglio dei ministri, contro cui l?Intesa dei consumatori ricorrerà alla Corte europea dei diritti dell?uomo. Ma il decreto, che ieri è stato pubblicato sulla «Gazzetta Ufficiale», rischia di essere stravolto in fase di conversione in Parlamento, nei prossimi 60 giorni: «La norma si può emendare – interviene il presidente della commissione Industria al Senato, Francesco Pontone (An) -: le compagnie sono state “graziate“, perciò ora bisogna chiedere loro l?impegno a ridurre le tariffe». Intanto, mentre alla Camera nasce la lobby trasversale a favore dei consumatori, Cgil, Cisl e Uil criticano duramente l?intervento del governo. Secondo l?Ania invece la norma che ha escluso i giudizi di «equità» per i contratti-formulario, come quelli assicurativi, «sana un?evidente asimmetria»: «Il giudizio secondo equità trova il suo presupposto nell?esiguità delle somme delle vertenze, che però dev?essere tale per entrambe le parti in causa». Così non sarebbe per i contratti assicurativi, per i quali «le imprese rischiano svariati miliardi di euro». I consumatori invece potranno, secondo l?Ania, «continuare a far valere le loro richieste davanti al giudice di pace» dove saranno giudicati «secondo diritto».
Le compagnie infine rivolgono un appello ai consumatori: «Il nemico comune è il costo dei risarcimenti, in continuo aumento»: in media più 86,9% dal ?95 al 2001. E ancora: «Occorre una lotta senza quartiere per la prevenzione degli incidenti e per contrastare le truffe». Le azioni intraprese dall?Ania avrebbero portato a oltre 20 mila persone indagate negli ultimi due anni. Urge dunque «un confronto aperto con le istituzioni e le associazioni dei consumatori per trovare soluzioni condivise».
Fulminea la replica dei consumatori: «Il decreto garantisce soltanto le compagnie» dice, per l?Intesa, Elio Lannutti (Adusbef). Non solo. «Il decreto viola l?articolo 6 della Convenzione dei diritti dell?uomo che prevede un?udienza equa e un termine ragionevole». Di qui il ricorso alla Corte europea dei diritti dell?uomo. Quanto all?invito al confronto dell?Ania, «è sbagliata e ai limiti della provocazione» secondo Rosario Trefiletti, presidente di Federconsumatori.
Accanto all?Intesa, davanti alla Corte europea, ci sarà anche la Cisl, annuncia il segretario confederale Raffaele Bonanni, che parla di «sopruso» del governo. La scelta dell?esecutivo d?intervenire è secondo il leader della Cgil Guglielmo Epifani «sbagliata ed eticamente discutibile». «Si favoriscono le imprese a scapito dei consumatori» concorda Luigi Angeletti per la Uil. Intanto alla Camera Giorgio Bornacin (An) e Graziano Mazzarello (Ds) invieranno oggi una lettera a tutti i deputati invitandoli a costituire una lobby per i consumatori. Concorde il giudizio sul decreto: «Non è la Bibbia…».

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