29 Marzo 2001

Rc auto, il Tar conferma la maximulta

Ribadita la condanna dell?Antitrust, ma le società ricorrono al Consiglio di Stato. Letta: «Hanno fatto cartello, però ora la concorrenza c?è»

Rc auto, il Tar conferma la maximulta

Le compagnie devono restituire subito 700 miliardi. Parte la corsa alla polizza migliore

ROMA ? Il blocco è finito. Ma a guastare la festa delle compagnie che oggi, dopo 365 giorni, tornano ad avere mano libera sulle tariffe Rc auto, è arrivata la sentenza del Tar sulla maximulta da 700 miliardi, per l?accusa di aver violato le norme della concorrenza. I giudici della prima sezione del tribunale amministrativo del Lazio hanno infatti bocciato i ricorsi delle società contro l?Antitrust, con una sentenza immediatamente esecutiva. La Ras deve mettere mano al portafoglio per 94 e 800 milioni, la Sai per 70 miliardi e 300 milioni, le Generali per 59 miliardi e 100, Assitalia per 52 miliardi e 900 milioni, e via a scendere fino alla Royal insurance, ultima nell?elenco delle 38 multate con un?ammenda di 673 milioni. Nei prossimi giorni i giudici depositeranno le motivazioni, ma già l?Ania ha fatto sapere che le compagnie ricorreranno al Consiglio di Stato.

A luglio l?Antitrust aveva denunciato «un intenso e prolungato e capillare scambio di informazioni sensibili sui prezzi delle polizze Rc auto». Un caso di grave violazione della normativa a tutela della concorrenza «e in grado di determinare premi commerciali più elevati rispetto a quelli che si registrarebbero in un mercato concorrenziale». Il Tar ha dato il via libera alle multe con una decisione che secondo l?Ania «è ispirata a formalismo giuridico», che non si riferisce «in alcun modo a ipotesi di cartello».

Soddisfatto il ministro Letta, e soddisfatte sono le associazioni dei consumatori, preoccupate invece dagli aumenti annunciati, con i quali molte compagnie si riprendono con gli interessi quei rincari che l?anno scorso non hanno potuto applicare.
Dal recente sondaggio dell?Isvap sugli aumenti risulta che in alcuni casi i rincari sono dell?ordine del 30%. Ma anche che una larga fetta dei contratti è rinnovato a prezzi che non superano il 9% di quelli dell?anno scorso. Commenta il ministro dell?Industria: «in passato il cartello c?era, e lo conferma la sentenza del Tar, ma oggi comincia ad esserci una concorrenza che ieri non c?era, provata dal fatto che le compagnie praticano aumenti totalmente differenziati, si va dallo 0 al 30%».

Il presidente del Consiglio Amato é preoccupato «per il lievitare dei costi assicurativi che ricadranno sui bilanci delle famiglie», e chiederà all?Isvap di pubblicare integralmente la sua indagine sugli aumenti. Se ne è anche discusso in Consiglio dei ministri. Intanto è partita la corsa degli italiani alla ricerca della polizza migliore, facilitata dalla nuovissima legge che consente al cliente di disdire la polizza anche all?ultimo minuto se si vede presentare un aumento superiore al tasso di inflazione programmato (l?1,7% per il 2001). Le tredici associazioni dei consumatori, che ieri si sono riunite all?Industria con il sottosegretario Cesare De Piccoli, invitano ad abbandonare le compagnie esose per «cogliere i vantaggi della concorrenza». E al governo hanno presentato un elenco della cose da fare. C?è il riordino delle polizze bonus-malus, per evitare che molte compagnie, come accade in questi giorni, mandino lettere di disdetta agli assicurati che spendono meno perchè non hanno mai fatto incidenti. E si chiede il controllo delle tariffe fuori linea – a partire da quelle d?ingresso per i neopatentati che arrivano a toccare anche i 12 milioni annui proprio per scoraggiare la stipula della polizza- in barba alla legge che obbliga le compagnie a fare a tutti i contratti Rc auto. L?elenco dei problemi da risolvere perchè il mercato delle assicurazioni smetta di essere una giungla è lungo. Una aiuto verrà anche dalla campagna di informazione che l?Industria farà partire ad aprile: l?elenco dei prezzi praticati da ogni assicurazione su 9 profili assicurativi standard. Prezzi finalmente confrontabili, un buon punto di partenza per cercare chi offre le condizioni migliori. Ci penseranno anche le associazioni dei consumatori ad andare avanti su questa linea, e promettono una lista «dei buoni e dei cattivi». Al momento non ci sono altri sistemi per difendersi. Il Codacons, una delle associazioni più agguerrite, chiede al governo di prorogare il blocco delle tariffe per un altro anno. Ma Bruxelles proprio non vuol sentir parlare di interventi su prezzi liberalizzati, e Letta già rischia di finire davanti alla Corte di giustizia europea per quello che è appena finito.

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