RAZZISMO, BUFERA SU IBRA
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fonte:
- Il Mattino
Razzismo o provocazione di campo, quello che in America chiamano trash talking (di cui la stessa leggenda Michael Jordan era un fuoriclasse)? polemica corre da Milano a Sanremo, con il baraccone dei commenti che si trasferisce dal campo del Meazza al palco dell’Ariston Potere di Ibra. Con gli stadi chiusi, le curve vuote, il razzismo sembrava un problema dimenticato, almeno nel calcio. Il litigio tra Ibrahimovic e Lukaku ha riattizzato il fuoco delle polemiche. Anche se lo stesso Ibra, personaggio gigantesco nel bene e nel male, ha provato a sedare a suo modo, con una punta di pepe, polemiche furiose, critiche aspre e dibattiti anche surreali. «Nel mondo di Zlatan non c’è posto per il razzismo. Siamo tutti della stessa razza – siamo tutti uguali!! Siamo tutti giocatori alcuni meglio di altri». Inutile sottolineare chi sia meglio di altri. Ma all’Ibra guascone ci siamo abituati e fa anche sorridere. L’Ibra che provoca Romelu Lukaku, per poi venire ammonito e anche espulso, segno di un certo qual nervosismo, è piaciuto molto di meno, forse ai soli tifosi milanisti I RITI WOODOO Nel silenzio, è il caso di dire gelido, del Meazza si è ricostruito senza sforzi il litigio tra i due, culminato in un testa a testa. «Chiama tua mamma, vai a fare i tuoi riti voodoo di merda, piccolo asino». Asino, donkey, che però po- anche essere scimmia, monkey. qui ovviamente sarebbe un’offesa razzista. Parole che da un lato non possono non far riecheggiare le origini congolesi del gigante belga. Ma che si possono anche spiegare con un antefatto. Basta riavvolgere il nastro al 2017, quando il centravanti nerazzurro, allora all’Everton rifiutò un principesco rinnovo di contratto. I tabloid inglesi, che qualche volta vanno oltre le righe, scrissero che il no era scaturito da un rito voodoo di mamma Adolphine che aveva consigliato al figliolo di non accettare. In verità la mamma avrebbe voluto, sempre secondo gli scandalistici giornali d’oltreManica far passare Romelu al Chelsea, sempre secondo gli stessi rituali. Ma Lukaku scelse Manchester United, dove trovò Ibra. E la convivenza tra i due non fu facile. Perché Lukaku era il titolare. Cosa che una personalità forte come Zlatan non poteva accettare. Un’altra volta l’ineffabile Ibra aveva messo in piedi una scommessa, 50 pounds per ogni stop corretto del compagno. Insomma, con queste premesse facile capire come la Scala del calcio si sia trasformato in un cortile dove far scoppiare la rissa. cui Lukaku naturalmente non si è sottratto. «Vuoi parlare di mia madre? Perché?». poi: «Fottiti, tu e tua madre. Parliamo della tua, di mamma: è una p…». #IBRANOGRAZIE E se già l’annuncio della partecipazione di Ibra a Sanremo, per tutte e cinque le serate, aveva fatto storcere il naso a tanti, dopo il litigio, c’è stata una vera sollevazione via social, con migliaia di commenti sulle varie piattaforme. con un unico hashtag: #ibranograzie, che ha fatto il giro del web. Non va giù a tanti italiani che Ibra prenda un (corposo) cachet: 250mila euro, 50mila a serata. Il litigio del Meazza è stata benzina sul fuoco social. Razzista, pessimo esempio, inadeguato sono gli epiteti più gentili per Zlatan. Qualcuno ricorda anche che Cavani in Inghilterra ha preso 5 giornate per un tweet razzista. Insomma, il fenomeno non sarebbe combattuto allo stesso modo in Italia e in Inghilterra. che la politica e la società civile fanno polemica. Per Fabrizio Marrazzo, portavoce Partito Gay per i diritti Lgbt+, Solidale, Ambientalista, Liberale, «Ibra è un razzista». La pensa allo stesso modo l’Associazione preti calciatori, capitanata da Don Jordan Coraglia. E il Codacons diffida la Rai, «essendo impensabile che il calciatore sia l’ospite d’onore del Festival». se un interista come Ignazio La Russa chiede che il palco sia vietato a Ibra, sapendo che non sarà così «per colpa dell’audience il rapper ironizza: Da mostro di Sanremo 2020 a mostro di Sanremo 2021. Testimone Passato. Missione compiuta», sottolineando le polemiche che lo investirono lo scorso anno per la violenza di alcuni suoi testi. Del resto anche lo stesso mondo del calcio si divide. Paul Pogba difende lo svedese. «Zlatan razzista? Mi vuole troppo bene, perciò è l’ultima persona a cui penserei come un razzista. Su, non scherzate con quello» cnguetta l’ex juventino su Twitter. Per Altobelli, ex bandiera nerazzurra, è stato un «comportamento inammissibile». mezzo Roberto Boninsegna, che parla «di brutto episodio che però su un campo di calcio può accadere».
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