«Raitre non è un mezzo ma un fine»
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fonte:
- Corriere della Sera
«Raitre non è un mezzo ma un fine» sostiene il direttore Paolo Ruffini.
Che avrà voluto dire? Sostenere che una tv non è un mezzo (medium, per gli americani) è un bell`azzardo, ma è il fine che incuriosisce. E` quel famoso fine che giustifica i mezzi? E` il famoso lieto fine? E` quello artistico, del poeta il fin la meraviglia? Per capirne di più abbiamo seguito con attenzione l`esordio di «Mi manda Raitre», giunto intanto alla 269° puntata (venerdì, ore 21), sempre condotto da Andrea Vianello ma con alcune importanti novità: la collocazione (non più il mercoledì), lo studio, la grafica. Che stia qui il senso delle parole del direttore? Si cambiano le cose esterne per favorire il programma ma le motivazioni di fondo restano immutabili, anzi sono proprio quelle che contano: la lotta alle truffe, ai soprusi, ai mille inganni cui il cittadino-consumatore va incontro ogni giorno. Mah, forse voleva dire qualcosa di più. Vianello, che è meno populista di Antonio Lubrano e meno politicizzato del suo predecessore Piero Marrazzo, parte all`attacco dei Grandi Inganni.
L a prima storia è molto seria. Una casa farmaceutica ha ritirato un antinfiammatorio, un potente antidolorifico che ha procurato ai pazienti gravi rischi cardiaci, persino infarti. Ora gli spazientiti pazienti, forti di una sentenza americana, chiedono il risarcimento danni. In studio due figure tipiche dello spirito della trasmissione: il farmacologo Silvio Garattini e Carlo Rienzi, presidente di un`associazione di consumatori molto attiva in radio e in tv. Che siano loro i fini che stiamo cercando?
La seconda storia è quella delle zecche (che alla fine risulteranno essere cimici) dei treni. Alcuni ospiti raccontano viaggi sulla tratta Reggio Calabria-Torino: l`incubo della zecca, il trasbordo, le giustificazioni di Trenitalia (qualcuno ricorderà ancora le pulitissime panche di legno della terza classe; c`era più amore per i treni allora). Se il treno è un mezzo (di trasporto), che siano le zecche i fini? Passiamo oltre.
Appena sventato il miele cinese (conteneva antibiotici che procuravano indesiderati effetti tossici), ecco la pappa reale italiana all`antibiotico. Solo poche tracce, secondo Altroconsumo, ma pur sempre tracce. E poi la presunta pubblicità ingannevole dei gemelli baffuti che reclamizzano un servizio telefonico senza specificare bene i costi del servizio. Anche i telefoni sono mezzi, che i fini siano i due gemelli dell`892.892?
A noi interesserebbero due piccoli, modesti fini. Che i conduttori di una trasmissione simile prendano, davanti agli spettatori, l`impegno morale di non candidarsi ad elezioni politiche (è un loro diritto candidarsi, sia chiaro, ma è poco elegante). Che il consulente della trasmissione, prof. Ugo Ruffolo, non assista la Rai in alcune sue cause (è un suo sacrosanto diritto fare l`avvocato per l`azienda, sia chiaro, ma non pare fine).
Altrimenti, caro Ruffini, non si sa mai se siano i fini che giustificano i mezzi o viceversa.
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