18 Settembre 2018

RAI, STOP A D’URSO, CODACONS: CENSURA MEDIEVALE COLPISCE ANCHE NOI

 

TRA AUTORI TV E PIANI ALTI DELLA RETE VIGE VETO CONTRO PRESENZA NOSTRA ASSOCIAZIONE IN RAI. PRONTI A DENUNCIARE CONDUTTORI E AUTORI PER ABUSO DI ATTI D’UFFICIO

Una censura medievale che non ci sorprende affatto, dal momento che colpisce anche la nostra associazione, e che potrebbe finire al vaglio della magistratura. Lo afferma il Codacons, commentando lo stop della Rai all’intervista di Barbara D’Urso a Cartabianca e annunciando denunce contro conduttori e autori dell’azienda.
“Il caso della D’urso è solo l’ultimo di una serie di episodi che hanno visto la Rai escludere persone non gradite dai propri studi televisivi, impedendo interviste o partecipazioni ai programmi televisivi della rete – spiega il presidente Carlo Rienzi – Ad esempio tra gli autori della Rai e nei piani alti di Viale Mazzini vige un veto assoluto nei confronti del Codacons, che non può essere presente attraverso i propri rappresentanti alle trasmissioni di approfondimento, anche quando si trattano temi lanciati proprio dalla nostra associazione. Questo perché il Codacons si è reso “colpevole” di aver avviato negli anni iniziative legali contro gli sprechi della Rai e altre irregolarità a danno degli utenti, e ha impugnato al Tar le nomine degli attuali consiglieri di amministrazione, ed è stato punito con la censura e l’impossibilità di partecipare ai programmi della rete”.
“Ora dovremo denunciare conduttori, autori e dirigenti Rai, che sono tutti pubblici ufficiali, per il reato di abuso di atti di ufficio in base all’art. 323 del codice penale, che prevede la reclusione da 1 a 4 anni” – conclude Rienzi.

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