RACKET “CARO ESTINTO”: GIRO D’AFFARI DA 3MILIARDI E MEZZO DI EURO L’ANNO
PRESIDENTE CODACONS NE SVELERÀ TUTTI I RETROSCENA MERCOLEDÌ 14
DICEMBRE AD “APPRESCINDERE” SU RAI3 (ORE 11.00) IL
CODACONS HA GIÀ DIFFIDATO LA REGIONE LAZIO, IL COMUNE DI ROMA E LE
ASL AFFINCHÈ ADOTTINO TUTTE LE MISURE DEL CASO
PRESENTATO
ANCHE UN ESPOSTO ALLA PROCURA DI ROMA
Basta alterazioni del mercato in materia di onoranze funebri. Basta al corri corri di centralinisti, infermieri e personale delle camere mortuarie che si affrettano a contattare gli “amici” delle pompe funebri (in cambio di denaro). Basta alla commistione tra attività di gestione delle camere mortuarie e l’attività imprenditoriale di onoranze funebri.
Il Codacons continua la sua battaglia contro il c.d. Racket del ”Caro Estinto” e stufo dell’immobilità della Regione Lazio, oltre a presentare un esposto alla Procura della Repubblica territorialmente competente affinché vengano predisposti tutti i controlli del caso, diffida la Polverini, il Comune e tutte le Asl della Capitale a prendere provvedimenti in merito.
“Le Istituzioni territoriali, soprattutto la Regione, non possono far finta di niente. Si continua a lasciare la possibilità a persone senza scrupoli, come alcuni esercenti di onoranze funebri e i loro complici interni agli ospedali, di lucrare sul dolore dei congiunti dei defunti ”, ha commentato il Presidente dell’Associazione l’avv.Carlo Rienzi.
Nel Lazio in media, quello che genericamente chiamiamo “il funerale” costa non meno di 2.500,00 euro, senza alcun lusso eccessivo (nella scelta cassa, ad esempio) e, ovviamente, per una famiglia che già possiede lo spazio per la sepoltura. Secondo il Codacons questa cifra è il frutto di un sovrapprezzo applicato indebitamente dagli esercenti pari a circa il 30%.
Per quanto riguarda l’alterazione del mercato, su cui si è già pronunciata anche l’AGCM, si legge nella diffida: “Risulta netta la distinzione tra l’attività di gestione delle camere mortuarie e l’attività imprenditoriale di onoranze funebri, le cui finalità commerciali non si conciliano con il corretto e fisiologico svolgimento del servizio di gestione delle camere mortuarie”. Questa “distinzione”, invece, nella realtà dei fatti molte volte non viene rispettata e la presenza nell’azienda sanitaria della ditta aggiudicatrice del servizio di gestione delle camere mortuarie diventa – a totale discapito dei congiunti dei defunti – la situazione ideale per il procacciamento di affari (e clientela). “Una situazione, oltre che umanamente deplorevole, che provoca danni economici agli utenti esponendoli a gravi abusi da parte dei Signori dei Funerali”, ha proseguito l’avv.Rienzi.
Il Codacons chiede alla Regione Lazio di adottare quelle misure che la c.d. “Direttiva Polverini” – a differenza di quanto avvenuti, ad oggi, in Lombardia e Toscana, solo per citare alcuni esempi – non ha ancora garantito ai cittadini, ovvero disciplinare e regolamentare le attività di servizi funebri sotto il profilo della carenza dei controlli ed assenza di monitoraggi, con prescrizioni e tutel nei confronti dei familiari dei defunti. Mentre diffida le Asl e il Comune di Roma a monitorare le imprese aggiudicatarie degli appalti relativi al servizio di gestione delle camere mortuarie e di onoranze funebri.
“Abbiamo presentato anche un esposto alla Procura di Roma segnalando che dietro questo racket c’è un giro d’affari pari a 3miliardi e mezzo di euro, per questo e nel rispetto dei parenti dei defunti che ci aspettiamo che vengano adottati tutti gli strumenti investigativi necessari ”, ha concluso il Presidente Codacons.
Per saperne di più seguite l’intervento dell’avv.Rienzi ad “Apprescindere” su Rai3 mercoledì 14 dicembre alle ore 11.00.
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