"Domenica In" diventa un ring tra gigliesi
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fonte:
- il Tirreno
ISOLA DEL GIGLIO Un sipario di oltre un’ ora negli studi della Rai dove, in diretta nazionale, sono andate in onda non soltanto le opinioni degli ospiti di Lorella Cuccarini, padrona di casa di "Domenica In", ma una vera e propria lotta tra gigliesi e l’ avvocato Carlo Rienzi, presidente del Codacons. In studio c’ erano due parenti di persone che sono ancora disperse e l’ invito in trasmissione è arrivato anche a Franca Melis, che da 27 anni abita sull’ isola e che la pensa in maniera differente dai promotori del Comitato per il Giglio. Negli studi della Rai, i toni si sono alzati. «Ho soltanto fatto presente quello che penso – dice Franca Melis – che è differente rispetto a quello che sostengono altri abitanti dell’ isola. Sono infastidita dalla scelta di costituzione di parte civile da parte dei membri del comitato. E lo sono ancora di più quando queste pretese vengono accampate di fronte a persone che su quella nave hanno perso i propri cari». In studio c’ erano il fratello di un cameriere, ancora nella lista dei dispersi, e il marito di una donna siciliana della quale non si sa più niente dalla notte del 13 gennaio. Eppure, Franca Melis, all’ isola del Giglio vive di turismo. Lei e la sua famiglia. «Mio figlio ha un noleggio barche aperto due anni fa – spiega – il mio compagno ha un diving e io, con l’ altro mio figlio, ho un ristorante al Castello.Ma ho fiducia nel prefetto Gabrielli. Prima di andare avanti con le cause, accertiamoci che un danno vero c’ è stato anche per noi e stiamo accanto alle famiglie dei dispersi». Una posizione, quella di Franca Melis, che ha scatenato un pandemonio in diretta nazionale. Il Codacons ieri non è voluto entrare nel merito della querelle nata nello studio di Domenica In. «Ma – scrive l’ associazione dei consumatori – ricordiamo a tutti i cittadini del Giglio che ognuno di loro è libero di decidere come crede sul da farsi per liberare l’ isola dal mostro del relitto. Certo sarebbe un’ errata illusione quella di chi dovesse pensare di utilizzare il relitto come museo degli orrori per attirare turisti morbosi di foto del disastro. A lungo andare questa scelta si rivelerebbe suicida per la vocazione turistica e di pesca degli isolani». Sia i cittadini che i comitati, e soprattutto il Comune – ricorda il Codacons – possono agire con i propri avvocati sia nell’ azione di classe avviata a Miami, sia con azioni di risarcimento in Italia e costituendosi parte civile a Grosseto nel procedimento penale. «La cosa che mi infastidisce – aggiunge Franca Melis – è che qui si è scatenata una guerra contro la Costa che non ha alcun senso. Chi ha sbagliato deve pagare, senza alcun dubbio. Ma non è che facendo fallire la società a noi le cose vadano meglio. Tra dipendenti diretti e indotto, la Carnival ha oltre sessantamila dipendenti. Voglio vedere poi se il Codacons ritrova un impiego a tutti». ©RIPRODUZIONE RISERVATA.
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