24 Settembre 2012

«Questa volta Cellino l’ ha fatta grossa»

«Questa volta Cellino l’ ha fatta grossa»

i tifosi non hanno capito la presa di posizione del presidente: «così danneggia la squadra. quest’ anno sarà durissima» ieri all’ ora della gara davanti allo stadio c’ erano soltanto pochi curiosi e c’ è chi suggerisce di punire solo il patron: «dovrebbero multarlo per un milione di euro»
di Mario Frongia wCAGLIARI Un gruppo di bicituristi stranieri, una coppia di anziani col cane, tre ragazzini con pallone e maglie rossoblù. Poco distanti, i blindati di polizia e carabinieri, 80 uomini in tutto. Stadio Is Arenas, ore 14.50 di ieri. Calma piatta. L’ appello di Massimo Cellino cade nel vuoto. Dei circa 3.800 abbonati e i quasi 1.100 supporter con i biglietti per vedere la Roma, non c’ è traccia. Ma un risultato la chiamata del presidente rossoblù l’ ha colto: la tifoseria è spiazzata. A Is Arenas non ci sono né i supporter del Centro coordinamento Cagliari club, né gli ultrà. Alle 18 i mezzi delle forze dell’ ordine lasciano le vie Beethoven e S’ Arrulloni: «Il servizio era quello solito per le gare di calcio. Segnali alla vigilia? No, di nessun genere», spiega Gilberto Mattera, vice questore e capo del commissariato di Quartu. E gli sportivi quartesi? Sconcertati: «Una fesseria. Quando ritroviamo la Roma senza Totti, Osvaldo e De Rossi», segnala un tifoso. «Facciamo la figura degli ignoranti», rimarca un pensionato. «Andando contro la legge, c’ è un unico risultato sicuro: si retrocede», spiega una signora. Insomma, la fede non tentenna. Ma la sfiducia cresce. Stavolta, dall’ eremo di Miami – ma potrebbe aver lasciato gli States – il patron l’ ha fatta grossa. Il Codacons ha un esposto alla Procura della Repubblica di Cagliari: «Il comportamento di Cellino è inqualificabile sotto il profilo sportivo e può configurare il reato di istigazione. Se si invita – spiega l’ associazione consumatori sul proprio sito – una moltitudine di soggetti a violare le disposizioni di una autorità, si rischia di incorrere nel reato previsto dall’ art. 414 del codice penale». In breve, quando alle 3 di sabato notte la Digos ha detto al direttore generale rossoblù, Francesco Marroccu, – ma anche alla Roma, alloggiata al T-Hotel e agli arbitri, al Caesars Hotel – che il prefetto rinviava il match, si è forse passato il punto di non ritorno. E sarà dura recuperare. Con l’ opinione pubblica, in Lega, Commissione di vigilanza, autorità locali e Osservatorio nazionale. Con la squadra che non è – e non può essere – impermeabile alla questione stadio sì, no, a porte chiuse. E non può essere un alibi sapere che oltre la metà degli stadi in Italia ospita partite professionistiche grazie a deroghe più o meno ampie. Anche sul web si viaggia tra rabbia e incredulità. Da “Cellino, irresponsabile” a “Sempre col presidente” fino a “Ho biglietto e cervello, non sarei mai andato a Is Arenas” scrivono sul sito rossoblù. “Percassi, un signore, Baldini, non ho epiteti”, rilancia un tifoso. Per Mario Sconcerti, opinionista di Corriere della Sera e Sky (la tv di Murdoch in rete becca insulti perché “sta sempre dalla parte dei potenti”), taglia corto: «Puniscano Cellino e non la squadra: 3 punti sono il 7 per cento di quanto conquista la squadra in un anno. Troppi. Facciano una multa di un milione di euro al presidente». Si smarca a metà Mauro Contini: «La decisione è del Comitato per la Sicurezza, noi non ne facciamo parte. Non commento – dice il sindaco di Quartu – ciò che Cellino ha detto. Credo, sia frutto dell’ esasperazione. La gara non si è giocata per problemi di ordine pubblico a seguito delle dichiarazioni di Cellino e non per la sicurezza dell’ impianto. Noi, siamo solo dei passacarte. Preciso che le opere le paga il Cagliari, dal comune non esce un euro. Anzi, otteniamo i canoni della concessione e il riattamento di altre aree sportive. Abbiamo svolto tutto quel che ci è stato chiesto. Sono ottimista, si risolve tutto entro novembre».
 
 

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