Quella del Pdm era cosa diversa
- fonte:
- Il Quotidiano del Sud
Nel corso della mia pur non breve vita politica mi sono sempre nutrito del sentimento che mi porta ad avere una visione ottimistica delle situazioni ed anche quando la realtà si è presentata in tutta la sua tragica evidenza ho preferito scegliere la strada della pacatezza e della consapevolezza! Lo faccio anche in questa circostanza, con notevole sforzo devo ammettere, in cui mi appresto a chiarire la risposta dell’ex Presidente Oliverio all’intervistatore di questo giornale, alla domanda sull’accostamento analogico della sua idea di lanciare un nuovo movimento con la vicenda del PDM di Loiero. Pleonastica la sottolineatura storica che quella vicenda non è stata una rottura col Partito Popolare, ma un vero atto di ribellione contro il centralismo manierato che Rutelli voleva adottare nei confronti della Margherita calabrese! Sono stato un consapevole e convinto socio fondatore del partito democratico meridionale, insieme ad un nutrito gruppo di dirigenti dell’ex partito della Margherita, che si rifaceva alle posizioni dell’on. Agazio Loiero, appena eletto Presidente della Giunta Regionale, che nel volgere di pochi mesi si è talmente radicato sui territori della nostra Regione da imporre un accelerazione organizzativa senza precedenti. Lo svolgimento dei congressi provinciali ed in ultimo di quello regionale fu un tripudio di partecipazione, soprattutto femminile,e per la prima volta nella storia di questo paese i vertici rappresentativi di un partito furono appannaggio esclusivo delle donne. Sempre per amore di verità vorrei ricordare che lo statuto del PDM si ispirava totalmente ai principi basilari del nascente Partito Democratico di Walter Veltroni ed anche per questa ragione Agazio Loiero, tra mugugni e mal di pancia di una parte della classe dirigente locale, fu l’unico calabrese ad essere annoverato tra i 45 fondatori del PD! Di più! Correva l’anno della fatidica seconda sfida tra Romano Prodi e Silvio Berlusconi, il cui esito era appeso come sempre ad un filo, stanti i sondaggi che davano il leader di Forza Italia in costante recupero,per cui si rivelò provvidenziale l’idea geniale di presentarci alle elezioni in apparentamento con il Codacons ed all’interno dello schieramento ulivista a sostegno di Romano Prodi! Forse qualcuno lo avrà dimenticato, ma il risultato finale di quella competizione elettorale premiò il leader del centro sinistra per poco più di 24.000 voti, mentre il PDM riuscì, in breve tempo e con scarse risorse finanziarie,a dare un apporto elettorale di circa 60.000 voti, rivelatosi determinante, con il suo senatore eletto, per la formazione del secondo governo Prodi. Altrettanto determinante si dimostrò successivamente nelle elezioni provinciali di Cosenza, dove lo stesso Oliverio riuscì a battere il fortissimo candidato del centro destra (Gentile), grazie all’affermazione elettorale del PDM. Un riformista vero,e penso che Mario Oliverio lo sia stato, almeno a parole e fino a quando non si è fatto sovrastare dal delirio di onnipotenza, che lo ha fatto scadere ad uno dei più inefficienti presidenti di Regione che la Calabria abbia avuto nella sua storia, dovrebbe prima di tutto prendere atto che la diversità di fondo tra la sua azione velleitaria di oggi, contro il centro sinistra, e la geniale intuizione di Agazio Loiero, peraltro a favore del centro sinistra, non è riferibile e riducibile al solo status di presidente in carica o meno, ma alla differente condizione del quadro politico, al cui interno avviare un percorso possibile di contrasto che fosse credibile!E tale si dimostrò il breve tragitto del PDM fino alla nascita del PD! Ma la credibilià non è qualità sog-gettiva da super mercato: è il risultato finale del nostro impegno che tiene conto del dare e dell’avere! *Direzione Provinciale PD Catanzaro
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