“Quei maiali non sono un’offesa alla polizia”
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fonte:
- Il Resto del Carlino
di Maria Silvia Cabri Non si placano le polemiche sul videoclip della canzone di Gianna Nannini ‘L’aria sta finendo’, girato dal regista modenese Luca Lumaca. A fare discutere è l’immagine dei poliziotti torturatori ritratti con facce di maiali e annoverati tra uno dei mali del mondo. Nelle ultime ore il Codacons ha presentato una istanza alla Polizia postale in cui chiede il sequestro e l’oscuramento da tutte le piattaforme web e televisive del videoclip della canzone di Gianna Nannini, in rispetto a chi vede nelle immagini del video una forma di incitazione alla violenza. Posizione non condivisa dal regista, Luca Lumaca.
Come giudica la polemica che si è creata?
“Un’esagerazione, una censura dopo tempo massimo. Siamo nel 2021: mi pare incredibile che le persone si indignino per questo video, per singole immagini, senza cogliere il vero significato che sta dietro a quello che abbiamo creato”.
Qual è stato il suo intento nella realizzazione del video?
“Non voleva certo istigare alla violenza. Anzi, condannarla. Come condanno lo spreco delle risorse naturali e l’inquinamento o la mercificazione del corpo femminile o l’ingerenza dei mass media nell’opinione pubblica o semplicemente la guerra. Il video andrebbe visto per intero e non giudicato da un fotogramma”.
Nessuna condanna alle forze dell’ordine quindi?
“Assolutamente no! Ma a tutto ciò che vediamo ogni giorno in televisione. Non c’era nessuna intenzione di offendere le forze dell’ordine, ma solo di raffigurare l’abuso di potere in un elenco di orrori contemporanei della nostra società. Atti brutali e feroci verso persone inermi che semplicemente tutti dovrebbero criticare”.
Perché ha scelto i maiali?
“Sono un’allegoria, una metafora, una raffigurazione che non è certamente inedita ma riprende alcuni classici della cultura del Novecento, da ‘La fattoria degli animali’ di George Orwell al commissario Winchester dei Simpson passando per i testi beat degli anni Sessanta. Non credevo che creasse ancora scalpore, oltretutto perché è simbolo non tanto delle forze dell’ordine ma del potere politico repressivo in sé”.
Come mai tanta polemica?
“Quando nella rete c’è qualcosa di ‘divisivo’, che può fare partire una discussione, si esagera sempre. Tante le critiche di alcuni sindacati di polizia e di una parte della politica, ma anche molte le persone che hanno elogiato il video come una fotografia dei tempi contemporanei. Personalmente reputo che non bisognerebbe fissarsi su alcuni frame ma cercare di percepire i concetti espressi in tre minuti di video, ossia la condanna alla violenza gratuita, ma senza offendere alcun corpo delle forze dell’ordine”.
Ha condiviso il video con la Nannini?
“Certo. Lei voleva qualcosa di animazione e realistico. Le ho esposto il mio progetto e l’ha approvato. La tecnica, centenaria, usata è quella della ‘rotoscopia’: si disegna un fotogramma alla volta sulla base di animazioni preesistenti. La scene del maiale che picchia una ragazza è presa da un video che abbiamo realizzato mia figlia ed io; i poliziotti dietro sono presi da Arancia Meccanica e quelli antisommossa fanno riferimento ad un video trovato on line”.
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