26 Marzo 2005

Quattro banche trascinate in tribunale

Quattro banche trascinate in tribunale

Cinque cause civili in città
promosse da risparmiatori

Due anni fa scoppiò il bubbone. Il tracollo finanziario dell´Argentina lasciò in braghe di tela centinaia di piccoli risparmiatori che avevano investito i propri soldi in bond argentini. Nessuno, si disse allora, poteva prevedere un crac della repubblica sudamericana ma alla fine a fare i conti con la bancarotta di Stato furono famiglie intere che in un batter d´occhio avevano visto volatilizzarsi i risparmi di una vita.
I primi ad andare all´attacco furono le associazioni dei consumatori che se la presero con le banche, accusate di volersi liberare dalla responsabilità di rifondere i clienti buggerati dal crac del Paese del tango con azioni poco chiare. Codacons, Federconsumatori e Adusbef del Trentino denunciarono per «Consob e Bankitalia pratiche poco ortodosse nell´esonero di responsabilità, per non aver le banche informato gli utenti sull´altissimo rischio dell´investimento».
Una posizione cui gli istituti trentini replicarono di aver sempre informato i clienti dei rischi che correvano comprando bond.
La vicenda degli investimenti in titoli argentini, comunque, è tristemente nota. Molti clienti, a Rovereto così come in Italia, hanno investito nei bond di Stato che assicuravano rendimenti molto elevati. A fronte di ciò, però, il rischio era assai più alto rispetto a quello di altri strumenti finanziari.
Il crac delle finanze argentine ha fatto esplodere la questione e i titoli in mano a molti investitori locali e nazionali hanno perso una grossa fetta del loro valore. I creditori, comunque, non sono rimasti alla finestra a guardare e qualcuno ha deciso di trascinare in tribunale gli istituti di credito.
Dopo le tre cause civili in corso alla Cassa rurale di Rovereto – tra cui quella di un ex membro del consiglio di amministrazione – ora si è mosso anche il Codacons che ha predisposto ben cinque atti di citazione in corso di notifica in questi giorni.
Nel mirino dei risparmiatori traditi dall´Argentina sono così finte le filiali cittadine di Monte dei Paschi di Siena, Unicredit, Banca Popolare e ancora la Cassa rurale.
Ad avviare l´iter legale attraverso l´avvocato del Codacons Gloria Canestrini sono liberi professionisti, artigiani, commercianti e pensionati che hanno perso dai 15 mila ai 100 mila euro.
Questi risparmiatori, dunque, non hanno accettato l´accordo proposto che prevede il rimborso del 30% in 35 anni.
Le questioni bond affidate al tribunale roveretano, quindi, stanno aumentando. E l´associazione dei consumatori sta pure pensando ad una querela per falso ideologico, abbinando così al procedimento civile quello penale.
«In Trentino (in controtendenza al resto d´Italia, dove ha aderito il 27% di risparmiatori), – ricorda Francesco Aita, già amministratore della Rurale – ha accettato l´offerta di scambio con i nuovi bond argentini. Cioè la rinuncia dei titoli dichiarati in default e l´accettazione di altri (concambio) che promettono appunto il rimborso di un terzo tra sette lustri mentre il Fmi continua e continuerà a ricevere il rimborso integrale delle sue scadenze al tasso dell´8%.
Le nostre banche e casse, che già conoscevano la tegola che era in arrivo con le sanzioni rese pubbliche in questi giorni con un decreto del ministero delle, hanno infatti fatto pressione per l´accettazione dei nuovi bond. Forse pensando con ciò di mettersi al riparo dalle presunte corresponsabilità per non aver, leggo testualmente nel decreto, “rispettato le norme di corretta prestazione dei servizi di investimento, con particolare riferimento alla vendita a propri clienti di obbligazioni emesse dal governo argentino“»

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