9 Maggio 2005

«Purtroppo l?assicurazione scatta quando viene presentata la denuncia»

Secondo l?ufficio stampa di Poste Italiane il caso della signora raggirata purtroppo difficilmente avrà un lieto fine: l?assicurazione sulla tessera Postamat diventa attiva solo dal momento della denuncia. «Per questo – dicono – invitiamo i nostri clienti a non fidarsi mai e a prendere tutte le contromisure possibili da subito, da quando per un qualsiasi motivo perdono il possesso della tessera. Ci dispiace davvero per la signora».

La pensano diversamente al Codacons, il comitato difesa consumatori. Il vicepresidente nazionale, l?avvocato Giuseppe Ursini, segue da vicino proprio i casi legati alle tessere bancomat, postamat, carte di credito. Sostiene: «Secondo noi la signora protagonista suo malgrado di questo caso ha diritto a chiedere un risarcimento danni a Banco Posta. Non è stata sufficientemente efficace la protezione del conto che Banco Posta deve garantire, gli strumenti a tutela dell?utente si sono rivelati inidonei». Ma al di là dei due diversi punti di vista sul caso specifico, entrambi concordano sulle linee generali da seguire quando si perde la tessera bancomat o postamat: denunciare subito, immediatamente, all?autorità giudiziaria, la scomparsa della tessera e chiamare anche i numeri verdi utili a bloccare la carta.
L?ufficio stampa di Poste Italiane ricorda: «Come Banco Posta cerchiamo di essere sempre molto prudenti: inviamo la tessera a casa del cliente in una spedizione distinta da quella della busta che contiene il Pin. E l?attivazione può poi essere fatta solo a un nostro sportello. Comunque, sulla sicurezza del sistema di prelievo automatico del denaro stiamo accentuando ulteriormente le misure di sicurezza, alzando i livelli, monitorando i movimenti anomali dei conti correnti». Ma non era possibile, nel caso di una serie di prelievi anomali dal conto della signora, avvertirla per tempo che stava succedendo qualcosa di strano al suo conto? Un monitoraggio così specifico, dicono a Poste Italiane, è impossibile perché andrebbe a ledere la privacy del cliente.

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