Puglisi, il Grande Twittatore ultimo acquisto dei Migliori
- fonte:
- Il Fatto Quotidiano
SEGUE DALLA PRIMA » Selvaggia Lucarelli L’ unico nome vagamente noto che ci credette e diffuse la fake news nonmancandodi sbeffeggiarmi su twitter fu tal Riccardo Puglisi, economista, professore associato all’Università Università di Pavia. E fin qui, direte “chi se ne frega”. In effetti non è questa la parte interessante. Quello che trovai illuminante sull’indole del personaggio è che da me invitato a cancellare il tweet perché palesemente falso, rispose di sì, aggiungendo però il consiglio “la prossima volta stai più attenta”. Lui, a me. Io avrei dovuto prestare più attenzione, non lui alle scemenze che diffondeva. Questo dà l’ee-satta idea del personaggio Puglisi, uno che su twitter è considerato una sorta di caso umano, una specie di Carlo Calenda un po’ meno fotogenico e di Chef Rubio un po’ più bullo. ECCO, OGGI Riccardo Puglisi è nella task force del Recovery per monitorare l’utilizzo delle risorse europee assieme ad altri quattro componenti tra cui Carlo Stagnaro, tanto per ribadire che questo è il governo dei migliori. Ora,a parte che Puglisi è esperto di analisi delle politiche pubbliche quanto io di ingegneria aerospaziale, per la serie “dimmi cosa twitti e ti dirò chi sei” vale la pena, appunto, fare un excursus sulla frenetica attività social dell’economista perché una cosa è evidente: ci vorrebbe una task force incaricata di monitorare i suoi account. Una task force di migliori, in grado di mettere un freno alla sua bulimia 2.0 perché Puglisi, incapace di imbrigliare rancori e antipatie, è un inquietante mix di gaffe e livori sparsi, roba che saperlo lì, a gestire il Recovery, mi preoccupa non poco: se si sveglia male, magari perché ha letto il tweet di uno che gli dà del pirla, è capace di giocarsi tutto il fondo europeo sulla ruota di Venezia, per sfregio. La principale caratteristica di Puglisi sui social è la sua sbandierata superiorità intellettuale, estetica, morale su tutto e tutti, che ribadisce attraverso tweet esilaranti tipo “Mia velocità di lettura: 100 pagine all’oraora. Uno vale uno chi?”. O anche “Caro Marco Congiu, mi spieghi come personaggi come Borghi o Dragoni riescano a essere invitati a Sky tg 24 senza essere AFFETTATI da un economista come il sottoscritto?”. Ma a parte queste tenere auto candidature tv, a risultare ancora più spassosi sono i commenti sulle sue stesse performance televisive. Va in tv a Coffee Break con la Bordonali della Lega e twitta: “Dialogo immaginario tra Bordonali e Luca Morisi: “Puglisi mi ha massacrata! Non potete mandargli contro Borghi o Bagnai?”. Risposta di Morisi: “Eh i due hanno strizza!”. E certo, Salvini ha paura di Puglisi, mica della Meloni. A ogni duello tv Puglisi vs Lega, la Lega cala di almeno 6 punti nei sondaggi è risaputo. Del resto, la tv è la grande ossessione di Puglisi, che addirittura – indaffaratissimo – investe il suo tempo in preziose attività per esempio quella di annunciare esposti ad Agcom e Antitrust “intorno al ruolo giocato dalle agenzie di comunicazione rispetto agli ospiti nei talk show politici. Una questione di interesse nazionale, roba che l’esposto medio del Codacons sui Ferragnez è più appassionante. Ma la sua modestia investe anche il mondo Lgbt a cui dedica il tweet: “Ai pasdaran dell’adozione di coppie dello stesso sesso: ce ne avete da mangiare di pastasciutta, prima di discutere di econometria con me”. Ma l’indole del bulletto virtuale viene fuori in numerose occasioni, specie durante campagne aggressive nei confronti del nemico di turno, preferibilmente nel ramo dell’economia (ad esempio Marta Fana è stata più volte presa di mira e aggredita dai suoi follower, Borghi aveva querelato Puglisi perché lo sbeffeggiava chiamandolo “stupido”). Non a caso il suo hashtag di riferimento è #sdeng, usato per sottolineare una chiusura o una botta violenta. nto di scrivere tweet terribilmente ficcanti, di infilzare gli avversari e di tramortirli, quindi chiude sempre con #sdeng. In questo esilarante delirio narcisistico, il professore è famoso anche per la consolidata abitudine di bloccare e sbloccare utenti compulsivamente, per ragioni che devono avere a che fare con importanti sbalzi umorali. Interessanti poi le sue posizioni sul Covid. A novembre, in piena seconda ondata, scriveva “Vedo segni di miglioramento nei dati epidemiologici”e Burioni lo sfotteva: “Vedo segni di miglioramento nei dati macroeconomici”.Ma anche ad agosto aveva capito tutto: “Non si governa un paese con la paura inculcata dai mass media!”.E poi, a dicembre: “Non si decide in base alle foto degli assembramenti. Matteo Renzi metta fine a questo scempio!”. PER LA CRONACA, Renzi era quello che voleva riaprire tutto a maggio 2020. Se qualcuno gli avesse dato retta, oggi saremmo morti tutti. Ma ne aveva anche per il governo Draghi: “Covid e restrizioni che esperienza nostalgica dell’UrssUrss”, twittava un mese fa. O anche,a marzo 2021: “Continuo a non capire perché Speranza e Cts siano ancora al posto che avevano nel governo Conte-2”. O ad aprile 2021: “Io mi sono stancato di essere trattato dal mio paese come un suddito cretino!”.E alla fine Draghi lo ha accontentato: da suddito cretino a componente della task force sul Recovery è stato un attimo. Il tempo di un tweet.E per gli italiani: #SDENG
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