6 Settembre 2004

Può riaprire il cantiere ex Edilmonte

Rilasciata la concessione edilizia Può riaprire il cantiere ex Edilmonte



SULMONA. La D?Aurora può riaprire il cantiere e completare la palazzina Ex Edilmonte. Può farlo dal 12 agosto. Poche ore prima dell?arresto del sindaco, infatti, il Comune aveva rilasciato la concessione edilizia. Anzi, meglio: «I 46 permessi a costruire per rinnovo concessioni di condono» per gli altrettanti appartamenti (31) e garage che compongono l?unità immobiliare di largo San Rocco.
L?amministrazione aveva quindi completato l?iter del ventennale contenzioso urbanistico prima del suicidio in carcere, la notte di Ferragosto, del sindaco Valentini. Un particolare che nessuno ha mai ufficialmente rivelato. Né gli amministratori né i legali, tantomeno gli amici del compianto sindaco, come l?avvocato Rienzi del Codacons, che nella conferenza stampa a fine funerali e nei giorni scorsi ha parlato di «rischio Vajont per 30 famiglie».

LA TRANSAZIONE. La definizione dell?accordo era evvenuta anche in forza di un «parere pro-veritate» dell?avvocato Putaturo, nel quale si diceva che «le somme che l?immobiliare D?Aurora si impegna a corrispondere sono di gran lunga superiori a quelle previste come necessarie per ottenere la originaria concessione edilizia e la concessione in sanatoria messe assieme. Con l?ulteriore precisazione che tra le somme che l?immobiliare D?Aurora si è impegnata a corrispondere vi sono quelle che, come i 150mila euro occorrenti per la realizzazione del sottopasso ferroviario, possono essere ascritte agevolmente al genere degli oneri di urbanizzazione». Insomma, un ottimo affare per l?amministrazione. Tanto più che quei 150mila euro arrivano come ?extra?, aveva ricordato l?avvocato Putaturo perché «la legittimazione era implicita nella sanatoria, in quanto ottenuta previo pagamento degli oneri di urbanizzazione in aggiunta alla somma versata per oblazione…».

LA CONCUSSIONE. Secondo la procura dietro la grande ?magnanimità? della immobiliare c?era in realtà la sottomissione alle indebite pressioni che gli amministratori avevano esercitato, tra l?altro ponendo a margine dell?intesa ufficiale ulteriori condizioni, come l?imposizione della ditta che avrebbe dovuto realizzare il sottopasso (Zappa Srl di Sulmona, secondo i verbali. ndr) e dell?incaricato della vendita degli appartamenti (provvigioni stimate in 150mila euro. ndr), che rendevano la transazione eccessivamente onerosa fino a configurare una concussione.

PERICOLO FRANA. Il sindaco, i suoi collaboratori, tecnici e consulenti e l?avvocato Rienzi, negli ultimi tempi avevano invocato a motivo della loro azione soprattutto il rischio di frana della montagna del fabbricato. Un pericolo che, scorrendo le carte, si appura emergere addirittura oltre dieci anni dopo l?avvio del contenzioso, cioé dopo che il Comune, nel novembre 1999, Valentini sindaco, ha revocato la prima concessione in sanatoria, emessa in virtù del condono edilizio del 1994. Un pericolo che le numerose perizie tecniche per tribunale e consiglio di Stato, ultima quella del provveditore alle opere pubbliche delle Marche (ingegner Cuccioletta), fino a quel momento avevano ignorato, o ritenuto non condizionante. Alla fine, comunque, pur tra mille distinguo la situazione viene definita sanabile con modeste opere. Per giunta in area comunale, che la D?Aurora si impegna ad acquistare. Tant?è che nel parere pro-veritate, l?avvocato Walter Putaturo sottolinea che «… il consiglio di Stato muove un appunto al Comune quando osserva che sarebbe stato suo obbligo prevenire tale pericolo prima del rilascio delle concessioni».

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