PROTESI AL SENO PERICOLOSE; IL CODACONS LANCIA L’ALLARME: SONO DECINE DI MIGLIAIA LE DONNE ITALIANE COINVOLTE NELLO SCANDALO
Sarebbero decine di migliaia le donne che in Italia sono state sottoposte ad impianto di protesi prodotte dall’azienda francese Pip. Lo afferma il Codacons, che contesta il dato ufficiale fornito finora, secondo il quale sarebbero solo 4.300 le pazienti coinvolte nello scandalo. Basti pensare – spiega l’associazione – che in base ad indiscrezioni da noi raccolte, fino al 2007 l’Istituto Tumori di Milano avrebbe utilizzato unicamente tali protesi per le operazioni al seno.
Sulla vicenda delle protesi pericolose, il Codacons presenterĂ domani un esposto a 104 Procure della Repubblica di tutta Italia, in cui si chiede di procedere per i reati di lesioni gravissime, frode in commercio e produzione e vendita di prodotti pericolosi, e di accertare le responsabilitĂ di chi, come il Ministero della Salute e le altre autoritĂ sanitarie del nostro paese, aveva il compito di vigilare ed evitare un simile scandalo.
L’associazione lancia anche una azione collettiva alla quale possono partecipare tutte le pazienti che hanno subito un impianto di protesi Pip, finalizzata a far ottenere alle stesse il risarcimento dei danni subiti pari a 5mila euro ciascuna, anche solo per i rischi alla salute corsi relativamente alla pericolosità dei prodotti in questione.
Sul sito Codacons e sul blog www.carlorienzi.it pubblicato un modulo attraverso il quale, nel più totale anonimato, le donne coinvolte potranno aderire alla class action promossa dall’associazione.
RETTIFICA CODACONS
Il Codacons precisa che nella nota in oggetto, l’associazione intendeva fare riferimento ad un altro istituto, diverso dall’Istituto Nazionale Tumori di Milano, e precisamente all’I.E.O di Milano (Istituto Europeo di Oncologia). Tale Istituto, che ha sempre sede a Milano, ha impiantato per un periodo di tempo le protesi Pip al centro dello scandalo sanitario (come si afferma anche all’interno di un comunicato stampa pubblicato sul sito dell’istituto I.E.O.)
Il Codacons si scusa con l’Istituto Nazionale Tumori di Milano e con i suoi pazienti per eventuali disagi provocati dall’equivoco non voluto sul nome dell’istituto che ha fatto uso di protesi Pip.
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