3 Dicembre 2014

Prostituzione: mercato che non conosce crisi,+25,8% dal 2007

Prostituzione: mercato che non conosce crisi,+25,8% dal 2007
Indagine Codacons, +28,5% operatrici sesso e +20% clienti

(ANSA) – ROMA, 3 DIC – Il mercato della prostituzione non ha minimamente risentito della crisi economica, anzi sembra essere stato alimentato dal quadro negativo dell’economia nel nostro paese. Nel periodo 2007-2014, infatti, il fatturato della prostituzione è cresciuto del 25,8%, il numero di soggetti dediti alla prostituzione è aumentato del 28,5% e i clienti sono cresciuti del 20%. Sono alcuni dei dati di una ricerca del Codacons, che sarà presentata domani a Roma allo Stadio di Domiziano alla presenza di lavoratrici e di esponenti del Comitato per i Diritti Civili delle Prostitute, e che l’ANSA è in grado di anticipare. La contingenza economica, i posti di lavoro persi, le difficoltà ad arrivare a fine mese e far fronte ai pagamenti, dunque, sembra aver accresciuto questo business, incrementando il numero di persone che, stabilmente od occasionalmente, hanno deciso di vendere il proprio corpo “per necessità”, ossia per reperire risorse per sé e per la propria famiglia. Il business del sesso, inoltre, rappresenta un investimento sicuro per la criminalità organizzata, che continua a piazzare ragazze (specie dell’est europeo) nelle città italiane, senza che le istituzioni abbiano la capacità di arginare il fenomeno. Vi è poi, sottolinea il Codacons, l’aspetto culturale e quello prettamente consumistico: oggi concedere il proprio corpo per soddisfare bisogni secondari non è più un tabù. Si pensi ai numerosi casi, emersi di recente, di minorenni che facevano sesso a pagamento per reperire soldi finalizzati all’acquisto di scarpe, borse, abiti e accessori griffati. O alle tante studentesse che, ritenendo insufficienti i soldi provenienti dalle proprie famiglie, ricorrono a prestazioni via web-cam in cambio di denaro. Negli ultimi anni si è assistito però, segnala l’associazione, a un cambiamento nell’esercizio della prostituzione: a una progressiva riduzione del numero di persone che operano in strada, la cui percentuale rappresenta tuttavia ancora la fetta più consistente (60% del totale), fa da contraltare un aumento di quelle che decidono di lavorare in casa o altre strutture non all’aperto (40%). Della totalità delle prostitute operanti nel nostro paese, il 10% è minorenne, mentre il 55% è costituito da ragazze straniere. Ma un business in crescita non significa migliori condizioni lavorative per le prostitute. Il Comitato per i Diritti Civili delle Prostitute sottolinea che le politiche attuate in Italia sono prevalentemente di tipo repressivo. Si assiste a una criminalizzazione del lavoro sessuale ma anche a una emarginazione sociale delle lavoratrici/lavoratori, che squalifica questo lavoro, priva di diritti e trasforma in “sommerso illegale” la ricchezza prodotta. (ANSA).

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