Produzione industriale in calo ma supera i livelli pre-Covid
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- Avvenire
Produzione industriale in leggera frenata nel mese di ottobre. L’indice destagionalizzato è diminuito dello 0,6% rispetto a settembre ma nonostante questo la tendenza si conferma positiva sia nel trimestre, con una crescita dello 0,6% tra agosto e ottobre, sia a livello tendenziale con un aumento del 2% rispetto al mese di ottobre del 2020. «Resta positivo il confronto con il valore di febbraio 2020, mese antecedente l’inizio dell’emergenza sanitaria: il livello destagionalizzato dell’indice di ottobre è superiore dello 0,7%» spiega l’Istat. Su base congiunturale in crescita solo l’energia (+2,3%), mentre diminuisce la produzione di beni intermedi (-0,8%), beni di consumo (-0,9%) e beni strumentali (-1,4%). Si registrano incrementi tendenziali per i beni intermedi (+3,4%), i beni di consumo (+2,7%) e l’energia (+1,8%). I settori di attività economica che registrano gli incrementi tendenziali maggiori sono la fabbricazione di coke e prodotti petroliferi raffinati (+20,4%), l’industria del legno, della carta e stampa e le industrie alimentari, bevande e tabacco (+5,6% per entrambi i settori)e la fabbricazione di macchinari e attrezzature (+5%). In netta flessione rispetto ad otobre 2020 la fabbricazione di mezzi di trasporto (-13,2%), le attività estrattive (-7,5%), la fabbricazione di computer e prodotti di elettronica (- 4,9%). «Resta positivo il confronto con il valore di febbraio 2020, mese antecedente l’inizio dell’emergenza sanitaria: il livello destagionalizzato dell’indice di ottobre è superiore dello 0,7%» spiega l’Istat. In allarme le associazioni dei consumatori che parlano di una battuta d’arresto per i beni di consumo e quelli durevoli e temono l’inflazione. Per il Codacons si tratta «di un segnale preoccupante per la nostra economia, anche in considerazione del fatto che l’industria italiana dovrà fare i conti con l’allarme bollette scattato ad ottobre, con la crisi delle materie prime e con l’aumento dei prezzi al dettaglio registrato a novembre». Di dati “pessimi” parla l’Unione Nazionale dei Consumatori ipotizzando uno scenario “a tinte fosche” per i prossimi mesi. Per Confcommercio infine «la riduzione della produzione industriale registrata ad ottobre, inattesa nella sua dimensione, conferma la tendenza al rallentamento emersa nel bimestre precedente»e fa presagire una revisione al ribasso delle stime su Pil e consumi per il 2022.
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