2 Febbraio 2018

Processo Chernobyl: il Codacons plaude all’ accelerazione imposta dalla Procura

ospedalieri e strutture private, per una quantità di rifiuti illecitamente smaltiti stimabile in circa 980.000 tonnellate in circa 18 mesi. «Nell’ udienza di mercoledì 31 gennaio commenta Roberto De Luca, referente Codacons per il Vallo di Diano -, che arriva dopo una lunga serie di rinvii, a iniziare dal 17 dicembre 2014, abbiamo avuto l’ impressione che il processo abbia subito un’ improvvisa accelerazione. Infatti, è stato sentito dall’ accusa un singolo testimone, un maresciallo maggiore del Noe che aveva preso parte alle indagini. Abbiamo sentito distintamente che si faceva riferimento a rifiuti speciali non pericolosi e alla matrice liquida. Intanto, nel documento della Procura di Santa Maria Capua Vetere si legge: venivano smaltiti illegalmente fanghi tossici, fanghi assolutamente pericolosi in quanto rifiuti speciali da smaltire in discarica. In aula sono stati presenti molti avvocati difensori, alcuni dei quali hanno richiesto a viva voce il dissequestro dei terreni interessati dall’ illecito smaltimento di rifiuti. L’ atmosfera sembrava quasi festosa al termine dell’ udienza: si andrà a conclusione del processo il 14 febbraio prossimo, il giorno degli innamorati». Presente in aula l’ avvocato Matteo Marchetti dell’ ufficio legale regionale dell’ associazione Codacons, costituitasi parte civile. In aula ha chiesto al teste se fossero stati effettuati rilievi sui terreni interessati. La risposta è che non risultano rilievi o indagini analitiche su matrice suolo. La procura di Santa Maria Capua Vetere, nel 2007 spediva ai sindaci dei Comuni nei quali ricadevano i terreni interessati da sversamenti una comunicazione in cui si chiedeva alle Amministrazioni di intervenire, “attesa l’ estrema pericolosità derivante dalle attività criminali accertate in tema, in particolare, di smaltimento illecito di rifiuti”. Vincenzo D’ Amico.

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