Processo a gestione Jacobini Carica delle 2.700 parti civili
Nel lunghissimo elenco ci sono soprattutto gli azionisti, ma anche Regione Puglia e Comune di Bari. Per non parlare delle associazioni di consumatori e risparmiatori (non tutte), Consob e della nuova PopBari. Un esercito di 2.700 parti civili pronti a chiedere i danni alla vecchia gestione Jacobini. Ad ammetterle il Tribunale penale di Bari (presidente Marco Guida) nel processo in corso nella Fiera del Levante nei confronti di Marco e Gianluca Jacobini, padre e figlio rispettivamente ex presidente ed ex condirettore generale della Banca popolare di Bari. L’accusa nei loro confronti è aver falsificato per anni i bilanci e i prospetti e di aver ostacolato l’attività di vigilanza di Bankitalia e Consob. Sì dei giudici anche alle associazioni Codacons, Unione nazionale consumatori e Federconsumatori. Esclusi invece tutti gli 80 azionisti che hanno già accettato un accordo transattivo con l’istituto di credito. Rigettata anche l’istanza presentata dai sindacati Filca Cgil, First Cisl e Uilca, le associazioni Assoconsumatori, Confconsumatori, Federconsumatori Bari e Puglia, Associazione avvocati dei consumatori e Adusbef. I giudici hanno infine respinto la richiesta di citazione come responsabili civili di Consob, Banca d’Italia e due società di revisione.Si tornerà in aula il 27 settembre. Significativi i passaggi della lunga e articolata ordinanza relativi a Regione, assistita dall’avvocato Gaetano Sassanelli e Comune di Bari, assistito dall’avvocato Alessandra Baldi.«A prescindere dal clamore mediatico che ha accompagnato la vicenda, conseguenza del tutto prevedibile e fisiologica in presenza di fenomeni di tale portata – si legge – il coinvolgimento di un gran numero di risparmiatori e azionisti ha determinato una generalizzata situazione di perturbamento nella comunità dei risparmiatori pugliesi, stante l’innegabile collegamento tra l’istituto bancario nel cui ambito i due imputati hanno operato in posizione apicale ed il tessuto produttivo regionale». Con riferimento al Comune di Bari «è ancora più evidente – si legge nell’ordinanza – l’identificazione tra l’istituto bancario, in ragione della sua denominazione verosimilmente prescelta proprio per evocare nel pubblico una comunanza di interessi con la comunità locale,e la comunità degli operatori commerciali e dei risparmiatori baresi. Il danno astrattamente prodotto dei reati ha pertanto determinato conseguenze sfavorevoli anche per il Comune, essendo detto ente rappresentativo dell’interesse della comunità locale nelle sue molteplici possibili declinazioni, come è reso evidente dalla menzione nello Statuto dell’impegno dell’ente a sostenere lo sviluppo economico e sociale e il tessuto produttivo della propria comunità». Per quanto riguarda la decisione di escludere dai responsabili civili Consob e Bankitalia,i giudici spiegano che i due enti «sono tenuti a compiti di vigilanza e intervento negli istituti di credito» ma non sono «gravati da alcuna forma legale di responsabilità civile».
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