Procacciava falsi contratti di utenti ignari Sarà processato
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fonte:
- La Sicilia
Orazio Provini”Chiunque, al fine di procurare a sé o ad altri un vantaggio o di recare ad altri un danno, induce taluno in errore, sostituendo illegittimamente la propria all’ altrui persona, o attribuendo a sé o ad altri un falso nome, o un falso stato, ovvero una qualità a cui la legge attribuisce effetti giuridici, è punito, se il fatto non costituisce un altro delitto contro la fede pubblica, con la reclusione fino a un anno.È quanto recita l’ articolo 494 del codice penale (sostituzione di persona) reato contestato a un procacciatore d’ affari che nell’ ottobre del 2020, cioè fra due anni – non abbiamo scritto male – dovrà cominciare il processo a suo carico davanti al giudice monocratico del Tribunale per difendersi da quest’ accusa a lui contestata. L’ uomo infatti avrebbe stipulato falsi contratti con la società Enel Energia spa per la fornitura di energia elettrica per uso domestico. Il procacciatore sarebbe stato “pizzicato” in seguiito a una denuncia depositata nel 2015 in Procura dal Codacons. Secondo quanto denunciato da un utente della provincia, l’ uomo avrebbe scoperto di essere passato, senza avere mai stipulato alcun contratto, dalla società “Enel servizio elettrico”, della quale società era cliente, alla Enel Energia. la scoperta dopo avere chiesto alla prima società il perché non arrivassero più bollette di pagamento per la fornitura di energia, ricevendo invece richieste di pagamento, inizialmente non ottemperate, tanto da diventare poi moroso e subendo anche l’ interruzione del servizio di fortnitura dall’ altra società.Assistito dall’ associazione Codacons, che affidava la pratica a un suo legale, avvocato Carmelo Sardella, l’ utente chiedeva a Enel Energia copia del contratto dal quale emergeva che tutte le firme apposte erano apocrife, così come falsi risultavano i recapiti indicati. Da qui la denuncia, l’ indagine e il rinvio a giudizio, una volta identificato l’ autore, dello stesso. «Il problema di fondo è che per stipulare un contratto sono sufficienti pochi dati e questo – sottolinea la coordinatrice regionale del Codacons, Sara Seminara – favorisce i procacciatori disonesti, attratti dagli incentivi legati alla produzione. La prima regola precauzionale quindi è di non rilasciare superficialmente i propri dati, specie quelli sensibili, neanche on line».Occorre fare attenzione per esempio al codice “pod” (punto prelievo di energia elettrica) facilmente visualizzabile sulla bolletta al quale basta aggiungere “IT00” al numero cliente che si ottiene schiacciando un tasto sul contatore presente nei condomini. Un motivo in più per metterli sotto chiave ed evitare un loro facile accesso.
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