Preside contro i pantaloni a vita bassa
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fonte:
- Gazzetta di Parma
La circolare: no ad estrosità che lasciano scoperti ombelico e parte del fondoschiena
L`AQUILA – Basta con i dilaganti pantaloni a vita bassa. Smettiamola con ombelichi in vista e fondoschiena al vento. Per il professor Angelo Bernardini, preside del Liceo scientifico ´Vitruvioª di Avezzano, quella di un abbigliamento più morigerato da parte degli studenti Ë una questione non certo secondaria della vita scolastica: tanto da prendere carta e penna e, con una circolare dal significativo titolo ´dal burqa al sedere scopertoª, sollecitare gli alunni a evitare un look ´oltre i limiti della decenzaª. Tra l`altro, nel mescolare – non senza ironia – metodologie didattiche con dettati della moda, il dirigente scolastico forse non pensava di suscitare un tale vespaio di reazioni: se al ´Vitruvioª, infatti, per ora l`atteggiamento di studenti e insegnanti è parso accomodante, da parte di esperti e osservatori sono state molte le voci critiche, che hanno invitato a occuparsi piuttosto dei veri problemi della scuola. Per il preside Bernardini, però, di questi ultimi fa parte anche líabbigliamento, poichÈ – come scrive nella circolare – ´le estrosit? e le anomalie possono creare distrazione e vanificare cosÏ il lavoro degli insegnantiª. ´Non Ë il caso di richiamare líuso del grembiule uguale per tutti – ammette – che pure risolveva un problema democratico di uguaglianza ed evitava líostentazione e lo sfoggio di capi di vestiario firmati e costosiª. Tuttavia, ´alcuni modi di vestire rischiano di superare i limiti del buon gusto e creano disturbo ed imbarazzo nellíambito della vita comunitariaª. ´Mi riferisco – spiega Bernardini – ai pantaloni a vita bassa che lasciano scoperte parti del corpo che, per la buona educazione, nella particolare situazione della vita scolastica, Ë bene che siano coperteª. Per il momento, il contenuto della circolare non ha destato particolari dissensi tra gli studenti del ´Vitruvio ª, dove peraltro ieri non erano molte le ragazze con un abbigliamento ´provocanteª. Ad insorgere sono stati piuttosto esperti e associazioni, per i quali il diktat di Bernardini sbaglia completamente bersaglio: come il Codacons (´I presidi farebbero meglio a preoccuparsi della fatiscenza degli istituti scolasticiª, dice il presidente Carlo Rienzi); líOsservatorio sui minori (´che il peggior sistema scolastico esistente si occupi del vestiario Ë roba dellíaltro mondoª, Ë líopinione di Antonio Marziale) e l`Associazione dei sociologi (´sempre i ragazzi hanno seguito la moda e questa non Ë una colpaª). Anche per la responsabile dellíUdi, Pina Nuzzo, i ragazzi esprimono solo il loro ´bisogno di esistereª, mentre per il Coordinamento dei genitori democratici ´la circolare Ë un intervento autoritario, che dimostra mancanza di dialogo tra docenti e studentiª. Secondo don Antonio Mazzi, quello dei pantaloni a vita bassa Ë ´un falso problemaª. ´I giovani – dichiara – non hanno bisogno di aut-aut nÈ di ordini perentori, ma di esempi e modelli di riferimentoª. Tra le voci a favore, invece, quella del Moige Abruzzo, secondo cui ´la scuola non deve essere in nessun caso luogo di eccessiª. Diviso, infine, il mondo della moda, anche se un colosso come la LevÏs sta tentando di sconfiggere la mania dei jeans portati sotto il sedere, con ampia esibizione di mutande, lanciando nei negozi una nuova linea a vita alta. E se la stilista Mariella Burani, ad esempio, recentemente si Ë schierata contro gli ombelichi scoperti, per il duo Dolce & Gabbana i jeans a vita bassa, anzi strappati ad arte su gambe e natiche, sono ormai un must irrinunciabile.
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