Poste italiane nel mirino dell`Antitrust
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fonte:
- Il Sole 24 Ore
A dieci anni dall`avvio della liberalizzazione dei servizi postali, un processo che dovrebbe essere esteso a tutte le attività del settore tra il 2011 e il 2013,l`Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato accende un nuovo faro su Poste Italiane Spa. L`azienda guidata da Massimo Sarmi (17 miliardi di ricavi nel 2006, controllata al 65% dal Ministero dell`Economia e per il 35% dalla Cassa depositi e prestiti) avrebbe assunto comportamenti lesivi della concorrenza e tali da configurare un abuso di posizione dominante “sia nel mercato dei servizi già liberalizzati sia in quelli di prossima liberalizzazione“. Nel mirino dell`Authority presieduta da Antonio Catricalà sono finiti gli accordi di fornitura stipulati tra il dicembre 2000 e il gennaio 2007 con aziende concorrenti e già titolari di concessione di servizi postali. Si tratta di una settantina di aziende che hanno sottoscritto accordi di fornitura per l`esternalizzazione di servizi rientranti nell`ambito della riserva legale (gli invii postali di peso inferiore ai 50 grammi o di prezzo inferiore a 1,5 euro) o nel cosiddetto “servizio universale non riservato “ (come le raccomandate, le direct mail per elenchi superiori alle 10mila utenze o tutti gli invii di pesoe tariffa superiori al limiti minimi). Secondo l`Antitrust, grazie al potere contrattuale di gran lunga maggiore di Poste Italiane, questi contratti “appaiono fortemente squilibrati a suo favore e vincolano complessivamente l`attività degli ex concessionari, riducendone la capacità competitiva anche negli ambiti di attività postale non soggetti a riserva“. L`apertura dell`istruttoria,decisa nella riunione del 3 agosto e che dovrà concludersi entro il 30 maggio 2008 (l`audizione dell`ex monopolista è fissata entro il 6 ottobre) scaturisce dalle denunce presentate negli ultimi mesi dalle principali associazioni di agenzia di recapito postale (Aisp, Consorzio Proposte 2000) e dalla Federazione delle imprese di recapito espressi; cui s`è unita, a luglio, anche TNT Post Italia Spa, sussidiaria della holding olandese TNT Poste Group. Complice il contesto normativo dischiuso con l`attuazione della Direttiva comunitaria del 1997 che,secondo l`Authority,ha“paradossalmente sottratto al mercato servizi precedentemente offerti, oltre che da Poste, da una pluralità di concessionari“, l`ex monopolista avrebbe vincolato i contratti di fornitura con clausole anti-mercato. Si va dalla possibilità di recesso unilaterale solo a favore di Poste Spa ai tetti sui ricavi che possono realizzare i concessionari. Secondo quanto ha denunciato TNT, per esempio, nel 2006 Poste Italiane avrebbe rinnovato i contratti già esistenti per l`affidamento della corrispondenza nella città di Milano solo di mese in mese, mentre per le raccomandate/assicurate il rinnovo sarebbe stato solo di un anno. E in entrambi i casi, si legge nel documento dell`Antitrust,era prevista “una progressiva e consistente riduzione dei volumi di corrispondenza affidati fino all`80%“. Vincoli, in definitiva, che insieme con le previsioni contenute nel bando di gara del maggio 2007, potrebbero “configurare una strategia unitaria di Poste mirante ad estendere e rafforzare la propria posizione dominante“ e, nel contempo, “a ridurre l`autonomia degli ex concessionari in vista della completa liberalizzazione“. L`iniziativa dell`Antitrust è stata accolta favorevolmente dalle associazioni di consumatori. Carlo Rienzi, di Codacons, ha chiesto all`Autorità di fare delle verifiche anche sui vaglia, per i quali, sottolinea, dallo scorso mese è stata introdotta una commissione di 2,50 euro. Mentre il rammarico dell`Aduc è per i tempi dell`istruttoria: “Dieci mesi sono un`eternità “. L`amministratore delegato di Poste Italiane, Massimo Sarmi, ha detto che “attende con serenità l`esito dell`istruttoria“. Perché l`azienda “ha sempre rispettato le regole del mercato, della concorrenza e della tutela del consumatore“. [email protected] L`ACCUSA “Le clausole dei contratti con gli ex concessionari sono squilibrate e puntano a indebolire la posizione dei potenziali concorrenti“.
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